Impulsi per la
rivitalizzazione della fede
Perché la media europea dei cattolici praticanti è
passato da oltre il 70 % nella prima metà del XX secolo a meno del 10 %
all'alba del nuovo millennio? Perché contiamo più funerali che battesimi?
Perché l’Europa corre il pericolo di diventare un continente postcristiano?
Ogni tentativo di risposta - se non vuole essere
semplicistico e quindi errato ed eretico - dovrebbe tener conto della
complessità della situazione che ha portato all'attuale situazione. Come
qualsiasi fenomeno che coinvolge l'uomo come singolo e come società, il calo
della prassi credente comunitaria e il disagio della coscienza credente
personale è dovuto a tanti, tantissimi fattori. Un ruolo non marginale è da
attribuire al «paesaggio religioso pluralistico e l'atteggiamento postsecolare
delle persone verso la vita», ma con la sensibilità del Concilio Vaticano II
(specie in GS 19) bisogna ricordarsi di rivolgere uno sguardo autocritico e
realistico alla comunità credente e ai singoli cristiani.
Lo sguardo autocritico, però, non deve risolversi in un mea
culpa deprimente, ma deve puntare a risollevare la fede verso una prassi
efficace cosciente del mandato dell'evangelizzazione che ogni cristiano riceve
per il semplice fatto di aver ricevuto il lavacro battesimale. I due aspetti -
quello autocritico e quello pratico-riformatore - dovrebbero convergere.
Nasce l’esigenza allora che la «nuova evangelizzazione»
non sia soltanto un’ondata d’entusiasmo che investe pro tempore – come
qualsiasi moda – la comunità credente, senza andare a fondo a quanto
bisognerebbe veramente fare, cambiare e recuperare per un annuncio efficace e
pertinente del Vangelo.
Questa convergenza tra lo sguardo auto-critico
e l’oculata e saggia prospettiva pratica costituisce il pregio del libro curato
dal Cardinale Walter Kasper e dal teologo George
Augustin, La sfida della nuova
evangelizzazione. Impulsi per la rivitalizzazione della fede, edito
dall’editrice Queriniana. Il volume raccoglie i contributi di un
simposio promosso dal «Kardinal Walter Kasper Institut» in Vallendar, Germania,
svoltosi nel marzo del 2010 sul tema «Il vangelo di Gesù Cristo. impulsi per la
nuova evangelizzazione». I vari contributi sanno sintonizzare saggiamente le
diagnosi della situazione contemporanea e le sue radici lontane e vicine,
rispondendo alle domande che abbiamo posto all’inizio. Il leitmotiv dei
vari contributi è questo: «come possiamo rendere la chiesa permeabile al
messaggio di Gesù Cristo?», come può la Chiesa svolgere il suo compito
essenziale da «apripista per Dio»?.
I vari contributi (oltre a quelli dei curatori, il volume
raccoglie gli interventi dei cardinali Kurt Kock e Ivan Dias e del biblista
Thomas Söding) convergono su alcuni punti basilari per dare un’ossatura solida
e un volto chiaro alla nuova evangelizzazione. Indichiamo qui alcune di queste
prospettive:
- La nuova evangelizzazione non è innanzitutto una praxis
ma una metanoia, una conversione perché la prassi evangelizzatrice, per
essere efficace dovrebbe essere un irradiamento. La nuova evangelizzazione deve
cominciare nell'interno della Chiesa. È il genio spirituale di un Francesco
d'Assisi a insegnarci ciò: «Signore, rinnova la tua Chiesa e comincia da me».
- La metanoia si concretizza è in ritorno a guardare il
Volto del Cristo, a serbare il suo Vangelo e a vivere alla sua presenza. Solo
una Chiesa nel cui cuore arde il Vangelo vivo può evangelizzare. Uno dei grandi
impedimenti all'evangelizzazione, infatti, è «l'oscuramento della trascendenza
nella Chiesa». Una comunità divenuta opaca al Dio di Gesù Cristo, non può
trasmetterlo. W. Kasper non esita a denunciare le colpe delle comunità
cristiani se sono disertate dai sinceri cercatori di Dio: Quelle persone sono
«spesso deluse, non perché non sono religiosamente disposte ad ascoltare, ma
perché [nella chiesa] ricevono spesso delle pietre al posto del pane
spirituale».
- Lo stesso Cardinal Kasper evoca la «mistagogia»
rahneriana come via di introduzione dell’uomo contemporaneo al mistero
dell’uomo e al mistero di Dio. L’uomo ha bisogno di una «nuova alfabetizzazione
nella fede». Il ritorno dell’uomo all’alveo della fede non passa tramite una
massificazione (mediatica e di eventi) della fede ma piuttosto attraverso una
riscoperta dell’abisso di Dio che dimora nell’abisso dell’uomo. «La nuova
evangelizzazione è in primo luogo una scuola di preghiera».
- L’iniziazione alla preghiera personale va accompagnata
con l’iniziazione e la riforma della preghiera liturgica ascoltando il ripetuto
richiamo del Concilio a una «actuosa participatio», partecipazione
attiva alla preghiera della comunità.
La metanoia verso il Vangelo, se la vogliamo guardare
realisticamente arricchiti dalla lezione della storia, non sarà un movimento di
massa. La storia della Chiesa infatti «mostra che l’evangelizzazione non fu
svolta dalla grande massa, ma da singoli credenti, che furono capaci di rendere
conto, in virtù di una convinzione scaturita dalla logica intrinseca alla fede
e con una gioia contagiosa, della speranza che li animava». Ognuno deve aprire
gli occhi ad ascoltare la propria chiamata in seno a questa nuova e attesa
pentecoste nella Chiesa. Anche qui Francesco d’Assisi docet: «Io ho
fatto la mia parte; la vostra, Cristo ve la insegni».
Il libro di Kasper e Augustin è un ottimo preludio per
capire le sfide, gli ostacoli e le prospettive della nuova evangelizzazione in
preparazione alla prossima assemblea del Sinodo dei vescovi.
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