Gli scritti di sant’Ignazio
di Loyola
di Robert Cheaib
Parlando di sant’Ignazio,
il noto scrittore basco, Miguel de Unamuno scrisse: “Se c’è un uomo
rappresentativo della mia razza, è Iñigo di Loyola, il nobile di Guipúzcoa che
ha fondato la Compagnia di Gesù, il cavaliere errante della Chiesa”. Negli ultimi decenni, grazie soprattutto alla
pratica sempre più diffusa degli esercizi spirituali, gli estimatori di
sant’Ignazio sono aumentati. Ignazio,
infatti, rappresenta con genialità un typos del cristiano più che mai è
attuale. La sua profetica integrazione dell’intelletto,
della volontà e del sentimento nell’esperienza spirituale rappresenta per
l’uomo di oggi una risposta cristiana allo sgretolamento dell’essere umano in
esperienze disparate - anche al livello religioso - le quali invece di
permettergli di trovare il suo centro spirituale, lo decentrano in una
irrequieta e deludente ricerca epidermica del brivido di un presunto sacro
immanente. Ignazio, con la sua profonda maturità spirituale e umana, offre un
paradigma vivente e cristico di integrazione di tutte le facoltà umane, quale
condizione indispensabile per una discreta vita umana e spirituale.
Questo volume - che raccoglie gli “Scritti” di Ignazio in
una edizione maneggevole, corredata da nuove introduzioni e note, sul modello
delle “Obras completas” della BAC - rappresenta un lodevole sforzo per venire
incontro alle esigenze di divulgazione scientifica e pastorale dell’eredità di
un uomo che indubbiamente ha segnato profondamente il cammino della Chiesa
moderna sia con i suoi “Esercizi Spirituali”, sia con la Compagnia che ha
fondato. Le introduzioni e le note ai
singoli scritti mirano ad aiutare il
lettore a coglierne il messaggio spirituale, evidenziandone la validità per il
nostro tempo, anche se più di 450 anni ci separano dalla morte di Ignazio.
Senza venire meno alle esigenze scientifiche, i curatori hanno privilegiato la
classica istanza ignaziana del “sentire e gustare interiormente”. Oltre al sentire spirituale personale, la
pubblicazione degli Scritti del Fondatore dei Gesuiti esprime un sentire cum
Ecclesia, in risposta all’appello del decreto conciliare Perfectae
Caritatis che afferma: “Il rinnovamento della vita religiosa comporta il
continuo ritorno alle fonti di ogni forma di vita cristiana e alla primitiva
ispirazione degli istituti” (n. 2).
Il volume contiene i
seguenti scritti: Autobiografia, Esercizi Spirituali, Direttori riguardo agli
esercizi, Deliberazione sulla povertà, Diario spirituale, Forma dell’oblazione
della Compagnia, Deliberazione dei primi padri, la formula dell’istituto della
compagnia di Gesù, Costituzioni della Compagnia di Gesù, Epistolario.
Oltre alla introduzione
generale che presenta l’opera e le introduzioni ai singoli scritti, il volume è
arricchito da una Bibliografia che riporta la principale produzione letteraria
su sant’Ignazio per venir incontro a “un primo bisogno immediato, sia di
approfondimento sia divulgativo, dei lettori italiani”. E in fine, un indice
analitico dei nomi e degli argomenti principali per permettere una rapida
consultazione tematica. Passiamo ora in
rassegna i principali scritti contenuti nel volume.
Autobiografia
Questo scritto nasce
dalla risposta di sant’Ignazio alle sollecitazioni continue dei suoi compagni,
primo tra cui il padre Gerolamo Nadal, che da anni desideravano che il loro
fondatore, prima di morire, rivelasse loro l’itinerario spirituale che Dio gli
aveva fatto percorrere per condurlo ad essere fondatore dell’Ordine, di modo
che questa relazione potesse avere valore di testamento e di istruzione paterna
che li aiutasse a progredire nella via dello Spirito e nel migliore servizio
del prossimo, a lode e gloria di Dio.
Per il Nadal, addirittura, era in gioco l’autenticità e la completezza
stessa del lavoro di fondazione della Compagnia da parte di Ignazio. Dopo aver temporeggiato a lungo, Ignazio si
indusse a seguire i desideri dei compagni solo dopo essersi convinto che la
propria esperienza particolare poteva avere un significato universale per
altri. Più che raccontare se stesso, Ignazio ha voluto raccontare la “storia”
di Dio in un’anima, che Egli si preparava a far diventare fondatore di un
ordine religioso e iniziatore di una nuova spiritualità. A questa “storia” di Dio, corrisponde la
“storia” della collaborazione di un uomo, di Ignazio, teso alla ricerca
continua della volontà di Dio. Ignazio
appare in uno stato di discernimento: egli ricerca continuamente la miglior
risposta da darsi a Dio che lo chiama progressivamente a realizzare un progetto
al contempo personale, comunitario, ed ecclesiale. L’Autobiografia delinea un volto nuovo
e più autentico di Ignazio perché ci permette di intravederlo a partire dalla
sua stessa esperienza spirituale che, sebbene si sia attuata in un preciso
contesto storico e geografico, porta un significato universale, è di tutti i tempi
e viene ad interpellare anche l’uomo di oggi.
Esercizi Spirituali
Gli Ejercicios espirituales
rappresentano per eccellenza il libro fondamentale del gesuitismo prodotto
dalla lunga evoluzione interiore del suo autore. A giudizio dell’anglicano W. Longridge,
“niente negli EE va oltre le più semplici e fondamentali verità del Vangelo”. Gli EE non sono un trattato di ascetica e
mistica, non hanno sviluppo lineare, e non appartengono a un unico genere
letterario. Sono invece un insieme di
indicazioni di ordine sia contenutistico sia metodologico che coinvolgono tutto
l’uomo: intelletto e volontà, memoria e immaginazione, sentimenti ed emozioni,
puntando a coniugare azione divina e collaborazione umana. Esse propongono metodi per scegliere uno
stato di vita, ma anche per cercare la volontà divina nel quotidiano, tramite
il discernimento degli spiriti, ma anche tramite la valutazione di motivazioni
a favore e contrarie; prevedono isolamento, lontani dalle consuete occupazioni,
ma anche possibilità di farli nella vita corrente continuando ad attendere ai
propri doveri e dedicandovi tanto tempo quanto necessario per percorrere
l’itinerario previsto. Gli EE - Scrive
il Preposito generale della Compagnia di Gesù, p. Kolvenbach - sono “un’opera
veramente aperta": non solo perché Ignazio “si ritira per fare
posto a colui che li dà, a chi li fa e, soprattutto, al Signore
che agisce in noi”, ma anche perché essi mettono davanti a “una strada verso il
Vangelo che Ignazio ha percorso e vuole indicare agli altri. L’attualità degli EE è quindi legata ad una
personale esperienza del Signore, alla decisione di seguire il Vangelo, che
misteriosamente rimane sempre vivo”.
Diario Spirituale
Il Diario spirituale o
Giornale della consapevolezza di sant’Ignazio contiene le annotazioni delle
mozioni spirituali di Ignazio dal 2 febbraio 1544 al 27 febbraio dell’anno
successivo. Dal punto di vista letterario, tutti sono d’accordo che si
tratta di un testo non-artistico. In questo Diario, Ignazio non ricorre
mai al linguaggio eloquente come forma di espressione, ma piuttosto “lavora” il
linguaggio per far esprimere la sua esperienza.
È uno scritto che nasce dalla percezione della Presenza divina che si
trasforma nel cuore di Ignazio in una “consapevolezza” che finalmente si
esprime in “parola”. Lo scopo di Ignazio
nel diario non è l’espressione comunicativa, ma l’espressione
autointerpretativa per operare un discernimento non soltanto in funzione di una
decisione da prendere, ma per costatare se le mozioni vengono dal buono o dal
cattivo spirito. Per questa ragione ha
assolutamente bisogno di oggettivare la sua esperienza. Il Diario è un testo mistico, e chi non si rapporta con
Dio, difficilmente potrà interpretare il testo nella sua complessità dovuta al
meticoloso sforzo descrittivo che Ignazio compie per registrare sulla carta
quello che interpreta nel suo cuore. “Quelle del Diario – scrive p.
Arrupe, il precedente Preposito generale della Compagnia – sono note scritte
esclusivamente per se stesso con la spontaneità e l’assoluta mancanza di
inibizione, anche letteraria, di chi è sicuro che non devono essere violate da
occhi estranei”. In questo senso, avere
sotto mano questo testo, “unico vero autografo”, è un’opportunità per entrare
nel sacrario più intimo e spontaneo dove Ignazio gustava Dio e si conformava al
Suo volere.
Costituzioni
Le Costituzioni
nascono dalla storia e dalla vita. Non
sono il frutto di belle e tranquille speculazioni fatte a tavolino. Alla loro base c’è una molteplicità di
esperienze: la storia di Ignazio e dei Primi Compagni; la vita di Ignazio
stesso; l’esperienza degli Esercizi Spirituali; la vita della Chiesa e del
mondo nel XVI secolo; la tradizione viva della Chiesa, e in particolare la
tradizione della vita religiosa degli antichi ordini. Le Costituzioni sono un’esperienza
vissuta che passa attraverso il filtro della riflessione, di un processo di
interiorizzazione e di discernimento spirituale da parte dei fondatori. Si tratta di un’esperienza discreta,
dove le Costituzioni diventano oggetto eletto, cioè punto
culminante di un’elezione. Le Costituzioni
si pongono come una pedagogia dell’esperienza spirituale
comunitaria-apostolica, e puntano a suscitare, orientare, guidare e illuminare
il cammino di un corpo apostolico, la Compagnia di Gesù, perché sempre di più
possa aprirsi alla speranza in Dio solo. E questo perché risulti sempre più
spiritualmente ed evangelicamente efficace nella sua quotidiana e concreta
attività apostolica nel mondo e nella Chiesa, a gloria di Dio e a servizio di
tutti gli uomini.
Epistolario
Da tutto l’epistolario
ignaziano traspare forza, coraggio, equilibrio, chiarezza di idee… e un
elemento piuttosto ignorato: la profondità umana di questo uomo che a trentatrè
anni rinunzia a tutto per seguire un nuovo ideale tanto superiore a quello
della vita cavalleresca. Il suo cuore
pulsa di ricca umanità, umanità che soffre, che ama, che cerca, ma anche
profondamente serena, perché ha trovato il suo equilibrio in Dio. Esse sono le
confidenze di un uomo che ha eletto Cristo come suo re, e si è messo a servizio
di Dio e degli uomini sotto il vessillo della croce.
Complessivamente, questo volume
degli Scritti di Ignazio di Loyola risponde ai desideri dei Primi Compagni che
si auspicavano che il Fondatore “manifesti tutto quello che era passato nella
sua anima”. Nella lettura di questo
volume vale la raccomandazione del p. Nadal che esortava tutti a “leggere,
meditare, e gustare quello che il Padre maestro Ignazio aveva scritto con ogni
ponderatezza, devozione e umiltà”.
Questi scritti non devono essere letti soltanto. Alla lettura bisogna aggiungere la
meditazione perché si arrivi a capire, assimilare, gustare.