La storia è maestra di vita e chi non accoglie le sue lezioni rimane un eterno infante. Su questo non hanno dubbi Giovanni XXIII e Cicerone. Sono tanti, tantissimi i libri della storia della Chiesa, meno quelli specifici di storia della teologia.
Una differenza esiste tra le due «storie»: la prima è più vasta e meno specifica, guarda la Chiesa nei suoi vari legami e nelle sue varie manifestazioni sociali, antropologiche, statistiche, politiche, artistiche; la seconda, più specifica, cerca di rintracciare lo sviluppo del pensiero teologico, la ricezione e l’ermeneutica del dono Rivelato nelle pieghe (e nelle piaghe!) delle varie epoche storiche.
Gran parte delle opere dedicate alla tematica della storia della teologia sono opere immense che non permettono di gettare uno sguardo rapido (augenblick) o di fare una lettura veloce per guardare per quanto possibile il tutto nel frammento. Sono opere di consultazione specifica e senza dubbio approfondita. Pensare ad esempio che la più autorevole enciclopedia teologia – la Theologische Realenzyklopëdie – consta di ben 36 grossi volumi, fa pensare alla necessità di un’opera di consultazione meno esigente ma non meno competente. L’opera collettiva edita dal filosofo-teologo Jean-Yves Lacoste viene a rispondere a quest’esigenza. Uscita originalmente in francese nel 2009, l’opera è disponibile ora per il lettore italiano sotto il titolo Storia della teologia, nella collana «Biblioteca di Teologia Contemporanea» dell’Editrice Queriniana (n. 154).
L’opera è suddivisa in cinque parti principali che coprono la riflessione teologica a partire dalla Sacra Scrittura fino alla nostra epoca. L’intento di fondo dei vari contributi è detto a chiare lettere nella Premessa di Lacoste: «Questo libro non è soltanto una storia della teologia, ma ne è anche una breve storia». La finalità di un’opera così succinta è quella di essere da una parte «una introduzione che permetterà ai lettori più coraggiosi di procedere oltre, verso le fonti e verso gli strumenti di lavoro di maggiore portata. Dall’altra, un compendium che permetterà ai meno coraggiosi (o a coloro che ne hanno meno bisogno) di gettare, su venti secoli di storia intellettuale, uno sguardo rapido ma, speriamo, tale da non ingannarli».
Ed è questo il frutto e il positivo sentimento con cui si esce dalla lettura di questo libro: un senso e uno sguardo d’insieme alle vicende e vicissitudini teologiche di 20 secoli di cristianesimo. I contributi degli autori permettono – ognuno a modo suo – di confrontarsi con le varie spennellate che hanno disegnato il quadro teologico di cui il cristianesimo nelle sue varie confessioni si compone.
Per dare un assaggio del respiro del viaggio che il libro promette offriamo una rapida panoramica agli autori e alle epoche che coprono.
La prima parte di Pierre Gibert tratta dei «Fondamenti biblici» considerando l’intreccio e la differenza che si potrebbe rinvenire tra Bibbia e teologia nel senso contemporaneo.
La seconda parte di Patrick Descourtieux ripercorre l’epoca patristica e offre anche una valida panoramica sulla teologia bizantina. Questa sezione – la più teologica e affascinante dell’opera assieme agli ultime due di Lacoste – offre in un centinaio di pagine una geniale rilettura e presentazione dell’epoca più decisiva per la formulazione dei dogmi cristiani.
La terza parte, suddivisa in due contributi è affidata a Marc Ozilou e Gilles Berceville tratta soprattutto di come è mutata la comprensione della teologia nell’epoca medievale.
Le ultime due parti sono di Jean-Yves Lacoste, il curatore del volume, e sono un prezioso riassunto e una succinta presentazione dei pilastri della teologia a partire dall’epoca della riforma luterana fino ai nostri giorni.
Non posso che consigliare questo libro sia a chi vorrebbe gettare un primo sguardo sulla vasta storia della teologia alla ricerca di spunti e di una «road map» per un orientamento alla ricerca, sia per chi vorrebbe rivedere la teologia con uno sguardo d’insieme che gli permette di riorganizzare i tasselli del sapere teologico accumulato lungo gli anni.
Robert Cheaib

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