Eros, corpo, cristianesimo. Una provocazione per la fede?
di Robert Cheaib
Pare quindi che abbiamo superato tutti i complessi di
tutte le generazioni passate; ci risulterebbe incomprensibile il pudore del
capitolo terzo del libro della Genesi (che – come ben si sa – avrebbe teologicamente
significati che vanno ben oltre il pudore del corpo nudo).
Al di là della chimera della «redenzione del corpo»,
però, si nasconde un esilio ben peggiore perché camuffato di libertà, o meglio,
di libertinaggio. Uno sguardo critico ma non pregiudiziale, aperto ma non
banale, empatico ma non ingenuo alla cultura contemporanea ci mostra che il
corpo non ha ancora trovato la dignità che gli spetta nella costellazione dell'humanum.
Dal tabù si è passato a un totem etereo che rinnega la natura del corpo e la
sua collocazione complessiva come fenomeno, simbolo ed epifania.
Per non rimanere nel teoretico, concentriamoci su due dei
tanti ambiti della contemporanea alienazione del corpo che si celano dietro
l'apparente «culto del corpo».
L'idea del corpo
Il primo ambito riguarda proprio «l'idea» del corpo propinata in ogni manifestazione e strumentalizzazione del corpo. I corpi delle pubblicità sono corpi inconsistenti che si reggono a loro volta in una inconsistenza che sfida la gravità, il tempo, l'età. Sono note a tutti le divinizzazioni da photoshop che costituiscono in fondo un rifiuto della realtà del corpo con le sue inevitabili imperfezioni, asimmetrie, il viso con le sue occhiaie e macchie, il busto con la sue smagliature... Il corpo pubblicitario o da vip (ade esclusioni degli scatti dei paparazzi) è estraneo a tutti i fenomeni a cui si sottopongono tutti i figli di Adamo. Questi corpi non corporali proposti come modelli irragiungibili da incarnare e imitare impongono un'ascesi austera e una sequela che genera tanti dei mali comuni alla nostra epoca: l'insicurezza (fisica), l'anoressia, la bulimia, la depressione, l'imitazione ossessiva dell'aspetto dei divi e purtroppo a volte anche il suicidio.
Il corpo in queste situazioni non è il corpo reale ma
appunto un'idea del corpo che è difficilmente raggiungibile e definitivamente
insostenibile. è l'idea di un corpo che non tiene in considerazione la lotta
contro il tempo, contro le malattie, contro la debolezza... in una parola
contro la sua corporeità.
L'altro ambito che vogliamo considerare è quello
del corpo virtuale. Ci riferiamo a fenomeni contemporanei legati in particolare
ai social network e a giochi di ruolo come «second life». Second life è
qualcosa di più di un semplice gioco di ruolo, è un passaporto verso
un'identità (pseudo)-personale in un mondo virtuale "vero" e proprio.
Second life esercita il suo fascino perché permette alla persona di creare a
proprio piacimento un rappresentante virtuale di sé sul web. Tale mondo
virtuale si rivela spesso come una copia sbiadita del mondo reale. Anche lì c'è
la cattiveria umana, i furti, gli stupri. «Il mondo nuovo del web - come
osserva Saskia Wendel - dimostra di essere solo un doppione di quello
esistente: nessuna traccia di redenzione o di realizzazione del
"totalmente altro", ma semplice perpetuazione dello status quo». Vi è però una nota
interessante che sorprendentemente contraddistingue questo mondo: Non esiste in
esso quasi nessun brutto o vecchio. La nuova identità creata dalla stragrande
maggioranza delle persone rientra nei canoni dominanti di bellezza e fascino
fisico. I paradigmi diffusissimi sono bellezza, virilità, femminilità,
vitalità, salute... ma quasi mai vecchiaia, malattia, disabilità.
Inoltre, l'avatar creato sul web funge più da qualcosa che da qualcuno,
nella sua ricerca di autorealizzazione e identità, la persona si affida a un
meccanismo depersonalizzante a un non-io nel quale realizzare-virtualmente (si
noti l'ossimoro) i proprio sogni e affogare i propri incubi.
Eros-corpo-cristianesimo
Questi due ambiti presi a campione ci mostrano che seppure il mondo
contemporaneo doni l'impressione di una risurrezione e insurrezione del corpo,
in verità esso non rivaluta ancora il corpo nella sua realtà e nella
poliedricità della sua esperienza e delle sue situazioni vitali.
Il corpo è una cosa seria e richiede un'attenzione maggiore di uno spot
pubblicitario strumentalizzante. Il cristianesimo, religione dell'incarnazione,
religione della salvezza tramite il corpo (di Cristo), nel corpo (come
esperienza storica) e del corpo (come traguardo di risurrezione escatologica).
La fede cristiana ha molto da dire alla cultura contemporanea sul valore e
sulla valorizzazione del corpo reale. Lo scandalo del Dio che si fa uomo, del
Verbo che si fa sarx, è tuttora inaccettabile per gli appartenenti ad alcune
tradizioni religiose. Gli stessi cristiani non sono sempre all'altezza della
kenosi dell'incarnazione.
Il libro curato da Stefan Orth, Eros
- corpo - cristianesimo. Una provocazione per la fede? pubblicato
dall'editrice Queriniana, raccoglie le riflessioni e i contributi di vari
autrici e autori che si interrogano con interesse e senza pregiudizi sul valore
attribuito al corpo in alcune opere di letteratura, in film cinematografici,
nelle esperienze mediatiche e sociali dell'uomo contemporaneo. I contributi
vagliano l'apporto che tali produzioni possono offrire alla riflessione
credente sul corpo e nel contempo considerano quanto la fede dice ancora al
corpo e sul corpo.
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1- Some rights reserved by Dreaming in the deep south
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3- Some rights reserved by wellapptdesk
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