Quattro lezioni di Mons. Pierangelo Sequeri a
sant’Anselmo – Roma
di Robert Cheaib
Il libro costituisce un connubio complesso ma promettente
tra lo spirito milanese e la mens romana in quanto mette a confronto due
approcci e sensibilità diverse ossia la teologia dell’essere
affettivo-spirituale di Mons. Sequeri e le domande aperte di una teologia sacramentaria,
il cui interesse verte sulla complessità della realtà antropologica
dell’essere-simbolico-performativo, sviluppata da Andrea Grillo.
Le lezioni di Sequeri vertono sui temi seguenti: I. Il
fraintendimento della disputa sull’immagine: il tema del sacramento; II. La
sensibilità per il senso: il simbolico come originario fenomenologico; III.
La logica della qualità spirituale: essere-affettivo, essere-intensivo;
IV. L’assoluto come pro-affezione: generazione del figlio e metafisica del
sacramento. Nella loro brevità e complessità, le lezioni costituiscono –
come nota anche il prof. Cyprian Krause nella sua prefazione – «un ottimo
vademecum iniziatico all’ampio paesaggio del pensiero sequeriano. Ciò che
l’autore rivendica altrove in termini più astratti, acquista nel concreto
inveramento “sub specie sacramenti et symboli” una sua pregnanza inedita
seppure sempre complessa».
Il tratto distintivo della proposta e della critica
sequeriana è la constatazione che il logos dell’affezione è più largo di quello
dell’essere. Per questo motivo Sequeri invita la riflessione teologica
sacramentaria a oltrepassare il paradigma formale dell’eidos per
rimontare verso il paradigma più vasto e più cattolico/universale del pathos,
ovvero del sensibile primordiale che costituisce il humus che accomuna
tutti.
Il simbolico come astrazione formalistica dell’humanum deve
cedere il passo al simbolo reale costituito dalla sensibilità umana per il
senso. L’originalità del simbolico non risiede nei nessi formalistici posteriori
ideati e formalizzati in un secondo momento riflessivo bensì nel munus proprio
del simbolico che è «l’evidenza fenomenologica dell’ordine degli affetti». La
natura degli ordini degli affetti è «più vicina al sacramento della grazia
santificante e della presenza reale, che non all’allargamento semantico del
segno o all’intensificazione estetica dell’assenza. Il simbolico è l’evento
della trascendenza performativa dell’essere-affezione».
Il contributo di Sequeri si inserisce nel solco di altri
contributi importanti – come quello di Odo Casel e di Romano Guardini – volti a
loro modo al recupero del primato della vita. Tali contributi sono stati il
movente principale che ha permesso al Concilio Vaticano II di uscire dalla
logica strumentale del sacramento per aprirsi più a una prospettiva vitale,
vedendo nell’azione sacramentale e liturgica fons e culmen della
vita spirituale.
L’ultima parte del libro raccoglie le osservazioni del prof.
Andrea Grillo, come contrappeso alla proposta sequeriana. Grillo riassume
l’invito delle lezioni nell’urgenza non tanto di ritrattazione (negazione del
passato) quanto in una ri-trattazione, una rivisitazione e ri-musicalizzazione
del rapporto tra affettivo e cognitivo. Nelle parole del professore rappresentante
della mens romana: «Non di “ritrattazione”, ma di “ri-trattazione” c’è bisogno.
Non di contrapposizione tra affettivo e cognitivo, ma di ricomposizione. […].
Soprattutto c’è bisogno di lavoro comune, di una paziente e accurata forma di
scambio tra scuole teologiche, per servire la tradizione con gli affetti più
intensi, con le immagini più pure. Senza questo “affetto”, tutte le nostre
rappresentazioni resteranno contemporaneamente al di là del significato e al di
qua del segno, in quella regione di specchi e di fantasmi, in cui la teologia
prospera nel costruire “alibi” o “eccezioni”».
Il contributo di Sequeri «esemplarmente complesso», visto da
questa prospettiva dell’esigenza di ricongiungere logos e affetti, simbolica
formale e simbolica affettivo-vitale è alquanto attuale per una riflessione
teologica e prassi sacramentale più consona e più corrispondente alla vita e
significativa per essa.
Photo: Some rights reserved by Aristocrats-hat
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