Un viaggio teologico-biografico tra psicologia, filosofia e
mistica
Laura Dalfollo
Itinerarium cordis in Deum. Prospettive pre-logiche e
meta-teologiche per una mistagogia verso la fede alla luce di V.E. Frankl, M.
Blondel e J.H. Newman; con questo titolo, Robert Cheaib presenta il suo
saggio che «si distingue per il connubio raro e felice tra elementarità e
raffinatezza/sublimità» ― dalla prefazione di Elmar Salmann ― un viaggio che
dai frutti di tre diversi autori, si fa strada, percorre i passaggi non a prima
vista evidenti, i legami sottili eppure inossidabili che portano alla radice,
al cuore di ciascuno, così simile eppure così unico in ciascuno, inimitabile,
irripetibile.
Non solo raffinato, ma acuto, il nostro giovane autore ha
l’audacia di verificare la coerenza del pensiero, dell’idea espressa nello
scritto, per ciascuno dei tre autori, ponendo una riflessione biografica alla
fine dell’analisi dell’opera. Non la tradizionale scansione, “la vita e le
opere”, bensì, ci pare di poter affermare, l’elemento letterario che manifesta
la riflessione sull’esperienza vissuta, un inveramento biografico,
come da lui stesso voluto, in un senso testimoniale. La vita
vissuta, subita, sofferta, amata, diviene in tal modo la conferma e nutrimento
dell’opera, chiave per un’ermeneutica non di una semplice conoscenza
intellettuale, ma di un’esperienza integrale.
Ecco l’itinerario del cuore, della persona tutta, investita
da un qualcosa che le si impone come altro, eppure prorompente, partecipe di
quello spazio vitale, che vuole essere guardata, conosciuta, amata e in questo
condivisa. Ogni sguardo, ogni riflessione sono via per una compenetrazione
maggiore, per un passo oltre il limite del tempo e lo spazio, delle gabbie
delle parole, come il nostro autore ci indica. I limiti di una storia
allora ci è dimostrato non sono l’ultima parola e il dialogo nella forza degli
elementi che uniscono, spinge ad una comunione sempre maggiore, data affinché
sia fatta crescere.
Tre autori, diversi fra loro, eppure capaci di dialogo sono
l’esempio della forza dell’esperienza onestamente esperita, fino in fondo
vissuta.
V. Frankl mette al centro la coscienza come tensione ad un
senso ulteriore, aprendo alla dimensione spirituale. La sua analisi psicologico
esistenziale del fenomeno umano conduce alla spiritualità dell’inconscio ed una
conseguente via per la religiosità.
In M. Blondel la volontà spicca nella sua duplice dinamica
di voluta e volente, in cui la volente permane, come sottesa in ogni momento
dell’esistenza umana in quanto desiderio di pienezza mai pienamente
raggiungibile, inarrivabile se non si riceve in Dono.
J. H. Newman chiude il cerchio nella ripresa della coscienza
come testimonium Dei introducendo l’importanza della totalità
umana nell’adesione di fede, indicando la facoltà immaginativa indispensabile
per un assenso reale alla fede consapevole delle sue ragioni.
L’esistenza umana, come Itinerarium cordis in Deum,
viene in questi tre autori indicata nelle sue tappe e in esse, ma soprattutto
nel loro incontrarsi, completarsi, si individua come cammino oggi riconoscibile
nel vissuto di tutti gli uomini, carico di domande, di difficoltà, di ambigue
soluzioni, dalle quali trarre le domande, le difficoltà e le riflessioni, che
la teologia in genere e la teologia fondamentale in specie si deve sforzare di
fare assieme all’uomo di oggi.
Nel ricco saggio di Cheaib le provocazioni alla teologia di
oggi emergono con onesta intellettuale, la stessa con la quale si offrono
proposte aperte, provocazioni a studi sempre attenti e non ripiegati, per una
teologia ulteriore, maggiormente personale, che sappia esprimere nel suo
scrivere, insegnare, predicare, la testimonianza di
un’esperienza profonda, meditata e al contempo libera di travolgere con la sua
proposta indirizzata al cuore.
Diverse sono le categorie strutturali che si impongono alla
riflessione per un attenta attualizzazione della proposta sistematica: alla
base una profonda ricomprensione antropologica che sappia riconoscere l’uomo
come luogo di Dio in quella profondità spirituale, propria di
ciascun essere umano voluto e deciso da Dio, amato e continuamente chiamato da
Dio ad una comunione di Salvezza. Oggi più che mai, sostiene Cheaib, è
necessario, nella cultura materialista in cui siamo immersi, ricordare all’uomo
il suo essere aperto all’assoluto di Dio, il suo essere per un cammino di senso
profondo. La categoria di senso viene di conseguenza a definirsi come forza
interiore e motivazionale che superi la frammentarietà dell’immediato aprendo
alla dinamica del bene come tale, come spinta etica che superi le
contrapposizioni di lotte di potere, prevaricazione e autodeterminazione. Il
desiderio del bene è in sé e conduce, lasciandosi condurre, al desiderio della
verità che nell’osmosi esistenziale verificata è apertura e disposizione
all’ascolto per una continua e mai compiuta crescita, luogo privilegiato per il
vivere cristiano non come scissione fra parola e vita, bensì come unità
testimoniale di vissuto condiviso in primis con Cristo stesso in cui uomo e Dio
sono presenti l’uno all’altro.
Possiamo affermare che l’autenticità dell’opera, che ci è in
questo Itinerarium offerta, è il dono dell’esperienza di un
cammino di ricerca, in cui il proprio sapere, trovato come dono nella vita
offerta di altri, non viene gelosamente custodito nel silenzio del cuore.
L’autore si dona nel donare ciò che gli è stato dato di cogliere nella trama di
un viaggio in cui la fiducia/fede in chi si è messo in cammino verso di lui per
primo, gli ha concesso di scoprirsi e in tal modo scoprire, capire, donare.
Pensiamo di poter concludere affermando che questo libro,
oltre la consistenza del suo testo, l’ampia e varia bibliografia, offra nel suo
percorso e strutturazione sistematica la testimonianza di una
proposta metodologica attraverso cui è possibile avere una significativa e
affascinante teologia fondamentale capace di tenere conto della sua storia, del
suo contenuto, parlando nella Chiesa, scientificamente, senza dimenticare di
essere amati ed essere a nostra volta innamorati, nella rincorsa di una Verità
che non ci è dato di possedere, ma che solo tentiamo, nella comunione di
cercare, vivendola.
Photo: Some rights reserved by John St John Photography
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