Il sangue dei martiri è «il peggior testimone della verità; esso avvelena anche la dottrina più pura, la trasforma in delirio e odio dei cuori» (F. Nietzsche). Se il padre dell'ateismo contemporaneo ha ragione nella sua critica e nel suo tentativo di demolizione della testimonianza attraverso la dissociazione - anzi l'opposizione - tra testimone e verità, come possiamo ancora parlare di testimonianza?
La prima parte di una riflessione filosofico-teologica sul rapporto tra testimonianza-martirio-veridicità e verità
p.s.: l'aggressività dei toni fa parte della "simpatia" che regna in classe... ;)