Giuseppe Verdi, Nabucco
La Bibbia non è solo l’auspicabile anima della teologia, ma è stata ed è effettivamente «il grande codice della cultura occidentale» (come affermò forse per primo il poeta e pittore inglese William Blake).
La centralità della Bibbia e il suo influsso non si limita alle citazioni bibliche, a quello che Raffaele Maiolini chiama “cosmesi biblica” del nostro gergo. La Bibbia ha letteralmente impregnato la pittura e l’arte figurativa, la musica, la poesia e la letteratura per secoli, ispirando drammatizzazioni, trame e un’infinità di espressioni di genio e bellezza.
Sono sufficienti le confessioni di alcuni grandi della storia del pensiero e della letteratura per capire come costoro videro nella Bibbia, non solo un libro ispirato, ma soprattutto un libro ispirante. Goethe afferma che «se fossi gettato in prigione e potessi portare con me un libro solo, sceglierei la Bibbia». Brecht, durante un sondaggio giornalistico nel 1928, previde lo stupire del giornalista alla domanda su che cosa, dal punto di vista letterario avesse suscitato in lui l’impressione più forte, rispondendo: «Lei riderà: la Bibbia!».
Il libro La Bibbia nella letteratura mondiale di Karin Schöpflin è una preziosa miniera per rintracciare alcuni pilastri fondamentali della ricezione letteraria della Bibbia. Dall’Antico al Nuovo Testamento, la Schöpflin offre, oltre a un riassunto, già per di per sé interessante dell’iter biblico, una rassegna delle «belle lettere» che hanno ripreso, ritradotto o rappresentato scene e quadri biblici. Ne nasce un fecondo intreccio interdisciplinare di Scrittura e letteratura.
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Il libro è disponibile su questo link: La Bibbia nella letteratura mondiale