La Bibbia non è solo l’auspicabile
anima della teologia, ma è stata ed è effettivamente «il grande codice della cultura
occidentale» (come affermò forse per primo il poeta e pittore inglese William
Blake).
La centralità della Bibbia e il
suo influsso non si limita alle citazioni bibliche, a quello che Raffaele
Maiolini chiama “cosmesi biblica” del nostro gergo. La Bibbia ha letteralmente
impregnato la pittura e l’arte figurativa, la musica, la poesia e la
letteratura per secoli, ispirando drammatizzazioni, trame e un’infinità di
espressioni di genio e bellezza.
Sono sufficienti le confessioni
di alcuni grandi della storia del pensiero e della letteratura per capire come
costoro videro nella Bibbia, non solo un libro ispirato, ma soprattutto un
libro ispirante. Goethe afferma che «se fossi gettato in prigione e potessi
portare con me un libro solo, sceglierei la Bibbia». Brecht, durante un
sondaggio giornalistico nel 1928, previde lo stupire del giornalista alla
domanda su che cosa, dal punto di vista letterario avesse suscitato in lui l’impressione
più forte, rispondendo: «Lei riderà: la Bibbia!».
Il libro La Bibbia nella
letteratura mondiale di Karin Schöpflin è una preziosa miniera per
rintracciare alcuni pilastri fondamentali della ricezione letteraria della
Bibbia. Dall’Antico al Nuovo Testamento, la Schöpflin offre, oltre a un
riassunto, già per di per sé interessante dell’iter biblico, una rassegna delle
«belle lettere» che hanno ripreso, ritradotto o rappresentato scene e quadri
biblici. Ne nasce un fecondo intreccio interdisciplinare di Scrittura e
letteratura.
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Il libro è disponibile su questo link: La
Bibbia nella letteratura mondiale