Poetry by David Goehring |
La fede cristiana ha un rapporto particolare con la parola, non solo perché è la religione del Logos e della creazione con la parola (dabar), una dimensione che ci accomuna con l’ebraismo. Il cristianesimo si fonda sulla parola e si diffonde con la parola-annuncio. È la fede dell’ascolto della parola. Data questa intima e particolare relazione con la parola, Karl Rahner avverte che essa «non può mancare di avere un rapporto particolare anche con la parola poetica».
In che
rapporto si trovano la parola e la parola poetica nell’espressione della fede
cristiana? O – per dirla altrimenti – cosa accomunerebbe il sacerdote e il
poeta? Sono queste le domande che riassumono i due contributi di Rahner
riproposti nei due saggi la parola della poesia e il cristiano e Sacerdote
e poeta nel volume Sacerdote
e poeta curato da Antonio Spadaro S.I..
A
ben vedere, la parola-mistero si propone a noi sotto le specie del mistero,
nell’eloquenza di un silenzio poetico e mistico che richiede consonanza e che
risuona nel cuore e nel vissuto nella misura in cui l’uomo si sintonizza con i
sentimenti di Dio. La parola teologica abbraccia il silenzio perché rispetta e
rispecchia la profondità delle cose, inscrutabile dal puro sproloquio. Per
questo la parola poetica può costituire un kairos espressivo e
stilistico per evocare senza incatenare il mistero. La parola poetica infatti è
un gesto di accoglienza e di invito, di disponibilità e di responsabilità. Il poeta
e il sacerdote si trovano accomunati in questo servizio della parola, nella
memoria dell’oltre, nell’irriducibilità del reale. Il ministero della parola
che in qualche modo accomuna il poeta e il sacerdote è un’anamnesi di
quel di più presente e presentito (o almeno ‘pre-sentibile’) in tutto ciò che
è. La parola poetica – altri termini – invoca la Parola di Dio e quando è
autentica la fa già intuire e desiderare.
Ne
segue che la poesia è necessaria alla fede, la quale purtroppo in tante
situazioni si è lasciata assorbire da un logos pseudo-scientifico
incapace di riecheggiare la sua ambivalenza ed eccedenza. Rahner ci ricorda che
seppure ciò che è poetico e ciò che è cristiano non coincidano, ma, nondimeno,
non potrebbero vivere separati poiché «anche la realtà umana vive della grazia
di Cristo e la realtà cristiana implica nel suo essere quella umana come
elemento costitutivo, anche se non è solo questo».