Studiando Viktor Emil Frankl, ho letto una frase che mi è rimasta impressa: “il passato è eterno”. Ma non ne ho capito veramente la portata tranne quando una persona, sentendomela ripetere nel corso di una lezione, mi ha confidato a distanza di qualche giorno: mi torna continuamente in mente e penso quanto sia vera.
«Il passato è eterno» può avere tanti significati.

·        Può significare quel momento che ha segnato una svolta nella nostra vita.
·        Una svolta negativa.
·        Una ferita.
·        Una violenza verbale o fisica,
·        Un’esperienza o una non-esperienza, ovvero, qualcosa che avremmo dovuto fare ma non abbiamo fatto e che portiamo sul cuore.
·        Una svolta positiva.
·        Un’esperienza di “risurrezione”.

Che sia positivo o negativo, il passato è eternamente così. Non possiamo cambiarlo. Però, possiamo cambiare e orientare l’effetto che il passato può avere sul nostro presente e sul nostro futuro. È qui che vedo la genialità dell’approccio di Viktor Frankl. Più che un’immersione psicanalitica nel passato per scoprire i colpi bassi della vita, Frankl, fondatore della logoterapia, invita a progettazione nel futuro.
Uso appositamente la parola progettazione e non il termine “proiezione”. La progettazione mi dà l’idea di un getto, di una forza, di una spinta che viene orientata al “pro” di una causa. La genialità di Frankl, quindi, è quella di dirti: sì, il tuo passato è quello che è – nel bene e nel male – ma lo scenario non è dettato. Con i dati che hai in mano, tu puoi riscrivere – nei limiti della creaturalità, certo – il tuo futuro.
La vita sarà generalmente generosa con te nella misura in cui pretendi. Se ti precludi la crescita e la fioritura, raramente te la troverai nel calzino appeso al camino (o nella zucca, dato il periodo)…
Anche se il discorso ha preso la piega auto-terapeutica, utile in sé, l’intento di questo articolo è quello di parlare del tempo e più precisamente della gestione del tempo. Ho accennato l’importanza del passato altrove, qui voglio considerare tre consigli brevi (e prometto… lo saranno!!) per gestire il tempo passato e presente in vista del futuro.

Programmazione a lungo termine

Il primo consiglio è quello di fissare degli obiettivi. Chiedi a te stesso. Quali sono le 20 cose che vorrei fare nei prossimi 20 anni. Dove voglio arrivare? In campo lavorativo, accademico, scolastico, relazionale, ecc.
Usa la penna… scrivi. Impara ad avere un rapporto dialogale con te stesso. Non è da matti… Anzi, forse la follia è convivere con se stessi senza dirsi una parola!

Programmazione a breve termine

Tra questi 20 progetti (spero abbiano qualche convergenza, altrimenti ti servono 20 vite!!), quali sono i 5 più fondamentali e indispensabili e realmente fattibili a partire dalla materia prima che hai e sei oggi?
Dimentica i 20 nell’immaginazione creativa… Essa se ne prenderà cura per te. Fidati della tua natura come l'ha creata Dio. Per ora concentrati solo su questi cinque. Se vuoi trovare la sapienza, limita il tuo lavoro.

Programmazione immediata

Ora che hai 5 questioni fondamentali a cui dedicarti nei prossimi 5 anni. Sii fedele. Ricordati che una roccia viene scavata dalla fedele ma insistente “carezza” delle gocce d’acqua. La fedeltà attiva ai tuoi sogni è la via per farli diventare realtà. Sogna ad occhi aperti e a maniche rimboccate, altrimenti i sogni diventano incubi e rimpianti.
Quanto alla programmazione immediata. I consigli pratici sono questi:
o   non pensare il tuo giorno come giorno. Pensalo come ore (e come frazioni di ore). Pensa a quante ore perdiamo perché abbiamo l’illusione che il presente e il futuro di questa nostra vita nella carne è eterno.  
o   Programma cose concrete, molto concrete, da fare… e fatti qualche regalo quando “esageri” nella fedeltà.



Buona gestione di questa giornata!