Ogni Archimede ha
bisogno di una leva per sollevare il proprio mondo. Questa può essere un
ricordo felice che ci ha segnato, una persona che ci ispira, un’idea... Paolo
ha scelto la parte migliore. La sua leva, infatti, è questa: «Tutto posso in
colui che mi dà la forza». Se ci invita a farci suoi imitatori, è proprio a
imitarlo in questa fiducia nel Signore.
Ma le letture sembrano
focalizzare su un altro punto, quello della generosità e dell’ospitalità in
senso largo. Che nesso c’è?
Il cuore riesce ad
aprirsi e a donare generosamente quando si sente al sicuro. Solo nella
sicurezza dell’Amore di Dio che ci per-dona (eccede nel dono) riusciamo, come
umani, a donare realmente e senza calcoli.
È il grande dono
che è Dio stesso in Gesù Cristo che spalanca le porte delle nostre prigioni e
ci permette di amare.
Sì, perché l’amore
del quattrino, della sicurezza effimera è una prigionia che ci schiavizza. Non
è vero, infatti, che prima cerchiamo il soldo perché ci serve, per poi trovarci magicamente a cercarlo perché ormai siamo suoi servi?
Non a caso Gesù contrappone
Dio e “mammona” in forma esclusiva. O poni la tua fiducia in mammona,
o dici il tuo Amen a Dio. La radice verbale è la stessa… è l’atto di
fede e di fiducia.
L’effetto però è
opposto. Mammona divora con l’ansia e la preoccupazione i suoi figli. Chi si
affida al Signore – ci dice il Salmo – «sicuro è il suo cuore, non teme; egli
dona largamente ai poveri, la sua giustizia rimane per sempre, la sua potenza
s'innalza nella gloria».
Quale Dio scegli
il Trino o il quattrino?