In quel tempo, sceso
dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano
come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Essendosi ormai fatto
tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è
ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei
dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi
date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento
denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani
avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci».
E ordinò loro di farli
sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di
cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò
la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li
distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti.
Tutti mangiarono a
sazietà , e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava
dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.
1Gv 4,7-10 Sal 71
Mc 6,34-44
Il Vangelo di oggi potrebbe essere eretto a prototipo dell’intervento di
Dio nell’ordinario. Fremiamo interiormente davanti alla miseria, alziamo gli occhi al
cielo con il conto in mano, solo per trovar e che Dio che ci ha preceduto nella compassione. Scopriamo allora che la nostra compassione è un riflesso del codice
genetico filiale che ha instillato in noi creandoci a sua immagine; e ci sorprende perché ci invita
a fare la nostra parte nel miracolo che desideriamo che faccia nel mondo: "Voi stessi date loro qualcosa da mangiare". Spesso
si pensa che credere in Dio sia una dispensa dall’agire, il Vangelo di oggi ci
invita ad aprire la nostra dispensa e a tirare fuori i nostri cinque pani e due
pesci.