In
quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa
sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro?
Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di
nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare,
ascolti!».
Diceva loro: «Fate attenzione a quello che
ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi
sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche
quello che ha».
Eb 10,19-25
Sal 23 Mc 4,21-25
Quando
chiudi la mano per conservare quello che hai, ti chiudi – con lo stesso gesto –
alla possibilità di ricevere. Anzi, quando quello che hai è una fiamma ardente –così
è definito l’amore nella Scrittura (Ct 8,6) – conservarlo, metterlo sotto un moggio,
significa sprecarlo, soffocarlo e spegnerlo. L’uomo pensa di amare la propria
vita ripiegandosi su se stesso, Gesù gli mostra la vera arte di vivere: chi si
è fatto dono riceve dono su dono; chi pensa di conservare la propria vita chiudendosi
gelosamente a riccio perde se stesso, poiché – Francesco docet – è donando che
si riceve, è perdonando che si ottiene il Perdono, ed è morendo, che si
risuscita alla Vita eterna.