In quel tempo, Gesù,
uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia
di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito
gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano;
la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo
il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la
città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie
malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché
lo conoscevano.
Al mattino presto si
alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là
pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo
trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene
altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti
sono venuto!».
E andò per tutta la
Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
Eb 2,14-18 Sal 104
Mc 1,29-39
Il Vangelo di oggi sembra presentarci una giornata tipo di Gesù, attraverso
la testimonianza diretta di Pietro raccolta da Marco. Due dimensioni convergono
per manifestare il volto di uomo integro e integrale quale era il Nazareno: un
uomo totalmente immerso nella concretezza del servizio d’amore agli altri, ma
allo stesso tempo totalmente immerso nel Padre da non saltare un appuntamento
con Lui. Soltanto le mani immerse nell’impasto dell’umano sono gradite al Padre
quando sono alzate in preghiera; e soltanto le mani alzate verso il Padre
donano un amore che non umilia quando si stendono verso il fratello. Racconta
Raoul Follereau: «Ho sognato un uomo che si presentava al giudizio di Dio.
"Vedi, mio Signore - gli diceva - io ho osservato la tua legge, non ho
fatto nulla di disonesto, di cattivo o di empio. Signore, le mie mani sono
pure. Senza dubbio - gli rispose il buon Dio, - ma le tue mani sono anche
vuote». Signore, ti prego, fammi arrivare da te con i calli dell’amore sulle
mie mani.