La “domanda al volo” di oggi non
mi viene da una singola persona, ma da diverse. Devo dire che sono sorpreso e
non poco preoccupato per la potenza che esercitano i media su di noi. Da tutto
quello che il Papa ha detto sulla famiglia in questo periodo, ad alcuni sono
arrivate solo queste parole messe tra virgolette – con grande scorrettezza
professionale – da Repubblica:
«I cattolici non sono conigli, per la paternità responsabile l'ideale è
fermarsi a tre figli». È scorretto semplicemente perché non sono state le parole del
Papa. Tra virgolette si mettono solo le parole testuali. Scalfari deve
saperlo… ma pare che Repubblica sia recidiva. Ad ogni modo, il Papa ha detto tutt’altro!
E per questo, anche l’altro titolo del giornale «Papa Francesco rivede la
frase sui “conigli”» è un’altra scorrettezza.
La cosa triste è che alcuni
cattolici si sono messi a ricamare su questo titolo prendendo posizioni
anti-papiste. Ora se vuoi essere antipapista mi va bene, ma cerca di esserlo a
ragion veduta e non a partire da supposizioni e dicerie.
Parentesi: questa mia rubrica di #rispostalvolo
non è orientata a questioni di papismo o di morale. Ci sono persone molto più
preparate di me su questi argomenti e preferisco lasciar loro la parola. Io mi
occupo di esperienza spirituale, di dogma cristiano e di alcune questioni di
frontiera come ateismo, scienza, cultura… Però, dato che ho ricevuto diverse
richieste, questa volta chiudiamo un occhio e facciamo un’eccezione.
Quindi, in questa risposta al
volo. Vedremo:
1- quello che Papa Francesco ha
detto realmente.
2- l’insegnamento del Papa (che
non è revisionismo).
Cosa ha detto Francesco?
Papa Francesco, nel viaggio di
ritorno dalle Filippine ha risposta a varie domande. La decima domanda è stata
posta da Christoph Schmidt:
«Santo Padre, […] secondo dei sondaggi, la
maggioranza dei filippini pensa che la crescita enorme della popolazione
filippina è una delle ragioni più importanti per la povertà enorme del Paese, e
nella media una donna nelle filippine partorisce più di tre bambini nella sua
vita, e la posizione cattolica nei riguardi della contraccezione sembra essere
una delle poche questioni su cui un grande numero della gente nelle Filippine
non stia d’accordo con la Chiesa. Che cosa ne pensa?»
Ecco la risposta di Francesco:
«Io credo il numero di 3 per famiglia che lei
menziona, credo che è quello che dicono i tecnici: che è importante per
mantenere la popolazione, no? 3 per coppia, no? Quando scende questo, accade
l’altro estremo, che accade in Italia, dove ho sentito – non so se è vero – che
nel 2024 non ci saranno i soldi per pagare i pensionati. Il calo della
popolazione, no? Per questo la parola chiave per rispondere è quella che usa la
Chiesa sempre, anche io: è paternità responsabile. Come si fa questo?
Col dialogo. Ogni persona, col suo pastore, deve cercare come fare quella
paternità responsabile. Quell’esempio che ho menzionato poco fa, di quella
donna che aspettava l’ottavo e ne aveva sette nati col cesareo: ma questa è una
irresponsabilità. “No, io confido in Dio”. “Ma guarda, Dio ti dà i mezzi, sii
responsabile”. Alcuni credono che – scusatemi la parola, eh? – per essere
buoni cattolici dobbiamo essere come conigli, no? No. Paternità
responsabile. Questo è chiaro e per questo nella Chiesa ci sono i gruppi
matrimoniali, ci sono gli esperti in questo, ci sono i pastori, e si cerca»
Il Papa ha infine invitato a
guardare l’altra faccia della medaglia e a vedere anche «la generosità di
quel papà e di quella mamma che vede in ogni figlio un tesoro».
*
Dunque. Evidenziatore in mano e
partiamo. Per brevità evidenziamo 3 punti:
- Quando il Papa parla di 3
figli. Non dice “l’ideale è fermarsi a tre figli”. Questo lo dice Repubblica.
Il Papa dice: Il minimo è tre figli per andare avanti come società.
Altrimenti, tu, caro Narciso, turista a vita e volontariamente scapolo, rimarrai
senza pensione e andrai di cassonetto in cassonetto a nutrire la solitudine di
una vecchiaia che hai piantato sul sogno illusorio dell’eterna e plastica
giovinezza… Per cui, in termini semplici: il Papa dice al giornalista: non sono
le famiglie la fonte della povertà, ma il contrario. Senza figli, tutti
saremo poveri e senza futuro!
- Poi il Papa è passato a parlare
di paternità responsabile. Un binomio sacro per la Chiesa. Non se l’è inventato
lui. Ne aveva parlato tanto Giovanni Paolo II e non aveva suscitato tutta
questa costernazione! È evidente! I figli non solo vanno fatti, ma vanno
custoditi. I figli, sì che sono dono di Dio, ma anche il cervello. Al figlio
devi saper provvedere, non è un abete. E quando dico provvedere: dico anche
regalargli un po’ di quell’attenzione che desidera. Ognuno nel proprio contesto
sa valutare la sua situazione. Se con venti figli tu continui ad essere
responsabile ben per te. Hai la benedizione apostolica. L’esempio che il Papa
ha dato è di una donna che è diventata incubatrice a tempo pieno rischiando di
lasciare otto orfani. Giovanni Paolo II – questo ti sta simpatico? – scrive
nella Familiaris Consortio riguardo alla totalità del dono d’amore: «Questa
totalità, richiesta dall'amore coniugale, corrisponde anche alle esigenze di
una fecondità responsabile, la quale, volta come è a generare un essere
umano, supera per sua natura l'ordine puramente biologico, ed investe un
insieme di valori personali, per la cui armoniosa crescita è necessario il
perdurante e concorde contributo di entrambi i genitori» (n. 11). Anche il
Concilio sottolinea il binomio: apertura alla vita e responsabilità (cf. Gaudium
et Spes 51).
- Francesco, da buon dialettico
mostra ancora una terza faccia della medaglia: sottolinea comunque la
generosità dei quei mamma e papà che non pensano solo alla tasca, ma al tesoro
che sono i figli. Di questo aspetto parliamo nel secondo punto di questa
risposta.
Risultato filtro sant’uffizio: 0
eresie. Grande umanità, teologia incarnata, comunicazione efficace…
Francesco ha fatto dietrofront?
A parte il fatto che nella
risposta a braccio non c’era niente che richiedeva un dietrofront, le
affermazioni del Papa durante l’udienza generale di mercoledì 21 gennaio 2015 sono
in continuità perfetta con il suo insegnamento:
«Le famiglie sane sono essenziali alla vita della
società. Dà consolazione e speranza vedere tante famiglie numerose che
accolgono i figli come un vero dono di Dio. Loro sanno che ogni figlio è una
benedizione. Ho sentito dire da alcuni che le famiglie con molti figli e la
nascita di tanti bambini sono tra le cause della povertà. Mi pare un’opinione
semplicistica. Posso dire, possiamo dire tutti, che la causa principale della
povertà è un sistema economico che ha tolto la persona dal centro e vi ha posto
il dio denaro; un sistema economico che esclude, esclude sempre: esclude i
bambini, gli anziani, i giovani, senza lavoro … - e che crea la cultura dello
scarto che viviamo. Ci siamo abituati a vedere persone scartate. Questo è il
motivo principale della povertà, non le famiglie numerose».
Ricordo inoltre che un paio di
giorni prima delle affermazioni dolosamente incriminate (perché mal riportate),
Francesco, durante l’incontro con le famiglie al Mall of Asia Arena a Manila,
si è lasciato andare con un discorso a braccio mostrando la sua grande
sensibilità verso la famiglia. Cito un paio di paragrafi:
«A me piace molto il sogno in
una famiglia. Tutte le mamme e tutti i papà hanno sognato il loro figlio
per nove mesi. E’ vero o no? [Sì!] Sognare come sarà questo figlio… Non è
possibile una famiglia senza il sogno. Quando in una famiglia si perde la
capacità di sognare, i bambini non crescono e l’amore non cresce, la vita si
affievolisce e si spegne. Per questo vi raccomando che la sera, quando fate
l’esame di coscienza, ci sia anche questa domanda: oggi ho sognato il futuro
dei miei figli?»
Francesco ha denunciato le nuove
«colonizzazioni ideologiche» che cercano di distruggere la famiglia. Queste,
secondo Bergoglio sono un incubo perché «non nascono dal sogno, dalla
preghiera, dall’incontro con Dio, dalla missione che Dio ci dà, vengono da
fuori e per questo dico che sono colonizzazioni. Non perdiamo la libertà della
missione che Dio ci dà, la missione della famiglia».
Il Papa aveva pure ribadito: «Il
futuro dell’umanità, come ha detto spesso san Giovanni Paolo II, passa
attraverso la famiglia (cfr Familiaris consortio, 85). Il futuro passa
attraverso la famiglia. Dunque, custodite le vostre famiglie! Proteggete le
vostre famiglie! Vedete in esse il più grande tesoro della vostra nazione e
nutritele sempre con la preghiera e la grazia dei Sacramenti».
E ha sottolineato l’importanza
dell’apertura alla vita e del rispetto per la vita dicendo: «Siate santuari di
rispetto per la vita, proclamando la sacralità di ogni vita umana dal
concepimento fino alla morte naturale. Che grande dono sarebbe per la società
se ogni famiglia cristiana vivesse pienamente la sua nobile vocazione!».
Ricordo che qualche settimana fa il
papa ha incontrato le famiglie numerose. In quell’incontro dal calore
familiare il Papa ha detto parole memorabili:
«Siete venuti con i frutti più
belli del vostro amore. Maternità e paternità sono dono di Dio, ma accogliere
il dono, stupirsi della sua bellezza e farlo splendere nella società, questo è
il vostro compito».
E parlando dei figli ha detto:
«Ognuno dei vostri figli è una
creatura unica che non si ripeterà mai più nella storia dell’umanità. Quando si
capisce questo, ossia che ciascuno è stato voluto da Dio, si resta stupiti di
quale grande miracolo sia un figlio! Un figlio cambia la vita! Tutti noi
abbiamo visto – uomini, donne – che quando arriva un figlio la vita cambia, è
un’altra cosa. Un figlio è un miracolo che cambia una vita».
Last but not least, anche
il messaggio della prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali aveva
come punto di riferimento la famiglia. Il Papa afferma nel messaggio: «La
famiglia è il primo luogo dove impariamo a comunicare».