In
quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed
erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha
autorità, e non come gli scribi.
Ed
ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e
cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a
rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente:
«Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì
da lui.
Tutti
furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo?
Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e
gli obbediscono!».
La
sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
Dt
18,15-20 Sal 94 1Cor 7,32-35 Mc 1,21-28
È
eretico pensare che l’autorità di Gesù venisse dalla sua natura divina, come se
la sua umanità fosse soltanto una maschera. L’autorità di Gesù era pertinente
alla sua umanità e facciamo bene a contemplare il motivo di quest’autorità per
umanizzare divinamente il nostro essere nel mondo. Uno dei tratti che costituivano
l’autorità di Gesù era sicuramente la coerenza tra il suo dire e il suo essere.
La schizofrenia spirituale è uno dei morbi che attanagliano la vita di tanti
testimoni mancati. Si è non credibili perché non si è veri credenti. L’autorità
di Gesù ci impartisce una grande lezione: con quello che sai insegni; con quello
che sei segni e incidi. Con il primo contribuisci alla formazione delle menti;
con il secondo sei collaboratore di Dio nella trasformazione dei cuori e di vite
intere.