Il cammino di maturazione della preghiera non è arbitrario
perché la grazia stessa non è arbitraria. Per vivere questo cammino è
necessaria l’applicazione, la fedeltà e la coscienza della destinazione. La
finalità della preghiera è vivere l’amore e diventare Amore. Questo amore non è
semplicemente un sentimento, uno stato, un gesto, un atto, è Dio stesso, è la
vita stessa di Dio. Padre Andrea Gasparino, nel libro La preghiera e l’amoreottengono l’impossibile suddivide questo cammino in cinque gradi che
esploriamo brevemente qui.
Innanzitutto bisogna armarsi di tanta (santa) pazienza,
sapendo che le cose grandi e le imprese importanti non avvengono dal giorno
alla notte. È simile all’apprendistato della scrittura per un bambino.
Inizialmente, già saper prendere bene la penna tra le dita è un traguardo.
Piano piano si apprendono a fare i primi segni e gradualmente si impara a
scrivere.
La prima tappa della preghiera consiste nel correggere il
tiro della preghiera, eliminando la preghiera deforme, la «non-preghiera». È la
preghiera che consiste nel chiacchierare a macchinetta senza prestare
attenzione a ciò che si dice. È il verbalismo che ci illude che stiamo
pregando, ma in realtà abbiamo solo passato un tempo distratto a dire a Dio
parole che neanche noi abbiamo ascoltato. A questo grado, padre Gasparino
invita a dedicare una particolare attenzione e serietà
La seconda tappa è il monologo. È la fase in cui si
inizia a prendere tener conto che si sta parlando con Dio, per cui si fa più
attenzione alle parole. Capita però in questa fase ciò che succede ai bambini
piccoli: concentrandosi sulle parole che leggono, perdono di vista il senso del
testo che hanno letto. Ecco, in questa fase, la preghiera raccoglie la nostra
attenzione, ma non è ancora preghiera perché l’Altro ne è assente. Siamo
attenti a noi, alle nostre parole, non ancora a Lui.
La terza tappa è l’approfondo, l’ingresso nella vita di
preghiera. È la tappa del dialogo. Si passa dalla concentrazione
esclusiva sulle mie parole, sui miei pensieri e mi accorgo che la preghiera è
un dialogo. Dio è vivo. Il Signore è qui e mi aspetta, mi ascolta, mi vede, mi
ama. Prendere atto della sua presenza è già l’inizio della preghiera. Nella
fase precedente (molto migliore della non-preghiera distratta) il centro ero
io. Adesso mi rendo conto che Lui è lì, sono alla sua presenza. «I nostri
problemi ora possono essere influenzati da Dio». Questa tappa esige esercizio e
metodo. La mente cercherà sempre di vagare, di spaziare. Devo essere cosciente
che prego quando sto con Dio.
La quarta tappa approfondisce il senso di presenza. È la
fase in cui imparo che la preghiera non è solo lo spazio per caricare Dio con
le mie domande e richieste, ma è lo spazio dell’ascolto. Anzi, è la fase
in cui scopro che nella preghiera è più importante il mio ascolto del Signore
che il suo ascolto di me. Gasparino spiega che non solo «si può» ma che «è
necessario» andare oltre la concezione della preghiera come dialogo. Mettersi
in ascolto del Signore non è giocare a indovinelli, ma è discernere la sua
volontà e la sua visione riguardo alle situazioni della nostra vita. È fare
verità. Per questo motivo bisogno partire da una verifica della nostra vita. È
un bando ai compromessi che ci fanno solo vivacchiare invece di vivere. «Prima
di entrare in contatto con Dio bisogna capovolgere la nostra situazione di
comodo, metterci in povertà assoluta davanti a lui. Quando siamo diventati
schiettezza, allora Dio può veramente irrompere e parlare. E Dio parla.
Gasparino – che tratta questo tema in altre opere – ne parla anche qui. Dio ci
parla nella nostra mente, nella nostra volontà, nelle nostre emozioni, nella
nostra immaginazione e nella nostra memoria.
La quinta tappa è la vetta e il traguardo della preghiera. È
giungere a vivere l’amore. «Quando la preghiera diventa semplicità
assoluta è perché si cambia in amore. Qui la preghiera si fa vita, diventa un
abbandonarsi assoluto alla volontà di Dio. La preghiera diventa azione,
donazione, offerta… le parole non servono più perché impacciano, ritardano,
complicano. Basta guardare a lui e con un semplice sguardo si coglie tutto, si
fa tutto, si dà tutto. È la vetta».
Il libro di Gasparino fa trasparire che dietro all’insegnamento
della preghiera non c’è un teorico che raccoglie elementi sulla preghiera e li
offre ai suoi lettori, ma c’è un cristiano che prega, un cristiano che crede
che la preghiera, la vita in Dio, sia il cuore della fede, il cuore della vita
dell’uomo.
Robert Cheaib
Abbiamo appena concluso una #scuoladipreghiera, l'ultimo incontro parla in modo più dettagliato di questi cinque gradi. L'audio si trova qui: I cinque gradi della preghiera. E tutta la playlist si trova su questo link.