In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a
voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati:
all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni
marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma
dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità.
Guai a voi,
scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i
sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non
saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Così
testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti.
Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri».
1Ts 2,9-13 Sal 138
Mt 23,27-32
Perché il Signore è
così duro con gli ipocriti? Perdona a tutti, accoglie tutti, tranne l’ipocrita.
Ogni peccatore “sincero” è messo dai suoi stessi atti dinanzi alla loro
gravità. Il suo rimorso è il richiamo di Dio. Solo l’ipocrita, il menzognero,
vive su due piani: quello dell’apparenza linda e pinta che sembra fresca di
giornata e quello dell’interiorità scadente, già scaduta e divorata dai vermi. Come
quelle mele che all’apparenza sembrano succose e nutrienti, ma al primo morso ti
lasciano con l’amaro in bocca. Il Signore si arrabbia perché in gioco non è un
morso di mela, ma il rimorso per una vita spesa male. Guariscimi Signore dall’esistenza
doppia.