In quel tempo, il tetràrca Erode sentì
parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché
alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e
altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti».
Ma Erode diceva:
«Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire
queste cose?». E cercava di vederlo.
Ag 1,1-8 Sal 149
Lc 9,7-9
Non era proprio il
paladino dell’uomo coscienzioso, eppure in Erode è rimasta viva una scintilla:
una scintilla che non si manifestava con risposte o propositi, ma con un
interrogativo. Quest’interrogativo viene alla coscienza dinanzi alla presenza
di un testimone, anzi del «testimone fedele». È questo il ruolo dei testimoni:
non tanto di dare risposte che acquietano e anestetizzano, ma di suscitare
domande che inquietano, che risvegliano i sensi e la domanda di senso. Chi hai
di fronte forse non si pone la domanda della Luce, ma se irradi la Luce, gli
darai del filo da torcere e magari gli farai scoprire la Luce che ha dentro.