Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise
a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi
e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per
trovare di che accusarlo.
Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse
all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si
alzò e si mise in mezzo.
Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in
giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o
sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua
mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita.
Ma essi, fuori
di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero
potuto fare a Gesù.
Col 1,24 -
2,3 Sal 61 Lc 6,6-11
Un figlio matura nella
sua relazione ai genitori quando inizia a vedere l’amore dietro alle regole di
casa e quando scopre che tutto è orientato alla sua fioritura. Il sabato è
stato inizialmente dato all’uomo per diventare occasione di immersione nella
gratitudine, occasione di godere e di bene-dire la vita donata da Dio. L’astensione
dal lavoro non era per astenersi dal bene, ma per immergersi in esso.
L’insegnamento di Gesù sul sabato parla tutt’oggi a noi cristiani e ci invita a
riscoprire il cuore che c’è in ogni comandamento di Dio: la conformazione alla
vita stessa di Cristo in cui «sono nascosti tutti i tesori della sapienza e
della conoscenza».