In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e
diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li
mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi.
Disse loro: «Non prendete nulla per il
viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche.
In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro
che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri
piedi come testimonianza contro di loro».
Allora essi
uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona
notizia e operando guarigioni.
Esd 9,5-9 Tob 13
Lc 9,1-6
Fa strano il
contrasto tra l’annuncio della buona novella e la decisa durezza riservata a
chi la rifiuta. Fa strano, ma solo a chi non coglie l’essenza della buona
novella. Il vangelo, la cui essenza è l’annuncio del Dio-amore – è la nostra
vera natura. Siamo fatti per diventare anche noi Amore. Rifiutarlo è ipso
facto rifiutare il germogliare della nostra vita. È decidere di non
esistere perché solo chi ama realmente è. Quando l’uomo recide il rapporto con
l’A-more, «di morte muore», anche se resta apparentemente vivo. Il gesto
profetico deciso di scuotere la polvere è dare voce alla rinuncia assurda alla
propria vita, è scuotere il velo ingannevole dell’apparenza. È un contrasto che
traduce fedelmente il vangelo dell’Amore.