In quel tempo, nacque una discussione tra i
discepoli, chi di loro fosse più grande.
Allora Gesù, conoscendo il pensiero del
loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà
questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che
mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
Giovanni prese
la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo
nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù
gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».
Zc 8,1-8 Sal 101
Lc 9,46-50
Niente di nuovo
sotto il sole. Le tentazioni nostre sono uguali a quelle dei discepoli. Questo
vangelo ce ne rivela due: il carrierismo e l’esclusivismo. Sono due tendenze
che stonano con il cuore del messaggio di Gesù. Il primo contrasta con l’umiltà
e la kenosi di Dio in Cristo. Il secondo fa trasformare l’abbraccio
universale di Dio, incarnato nelle mani tese di Cristo, in un marchio
registrato, una licenza per pochi. Gesù ricorda a loro e a noi che «il figlio
dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria
vita in riscatto per molti». Ci ricorda, per riecheggiare un’espressione
recente, che «chi non vive per servire non serve per vivere».