In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri
nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi
maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla
guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare
neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non
chiederle indietro.
E come volete che gli uomini facciano a voi,
così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi
è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a
coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i
peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere,
quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai
peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del
bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e
sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i
malvagi.
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è
misericordioso.
Non giudicate e non
sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete
perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante
vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà
misurato a voi in cambio».
Col 3,12-17 Sal 150
Lc 6,27-38
La morale predicata
da Gesù non è fondata sul labile scambio orizzontale, ma è fondata sul rapporto
verticale che unisce l’uomo con il Signore. Solo chi tiene conto di questi due
poli capisce la rivoluzione della visione dell’uomo predicata da Gesù. Si è
chiamati ad un tempo ad essere fedeli a se stessi e a non essere condizionati
dall’attitudine degli altri; e a vedere come metro di moralità il folle amore
di Dio per noi. In fondo, ogni volta che amiamo, perdoniamo, esercitiamo
misericordia, non facciamo altro che restituire a Cristo una briciola di
riconoscenza per il suo amore.