In quel momento i discepoli si avvicinarono
a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».
Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in
mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non
diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
Perciò chiunque si farà piccolo come questo
bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo
bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Guardate di non
disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei
cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».
Es 23,20-23 Sal 90
Mt 18,1-5.10
Ho faticato ad
accettare l’esistenza degli angeli finché non ho smesso di declinarli con le
categorie dell’utile e del necessario. Mi sembravano inutili (Dio è
onnipresente) e superflui (Dio è onnipotente). Ho colto il senso degli angeli
quando ho assunto le categorie del gratuito e dell’eccedente. Due categorie
tipiche dell’Amore che ha voluto che fossimo custodi e guide gli uni per gli
altri. Vista in questa prospettiva la presenza di un angelo custode non solo
diventa ragionevole, ma diventa un invito a esercitare una presenza angelica
nella vita gli uni degli altri.