In quel tempo, mentre le folle si
accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione
malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno
di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il
Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud
si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella
venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone.
Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del
giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la
condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco,
qui vi è uno più grande di Giona».
Rm 1,1-7 Sal 97
Lc 11,29-32
C’è un cercare segni
che non è altro che rimandare scelte da fare e atti da compiere. C’è un cercare
segni che rasenta il superstizioso perché ci si aspetta da parte di Dio un
intervenzionismo che non fa parte del suo solito stile nella storia, lo stile
discreto che non dispensa l’uomo dal leggere e dall’interpretare gli eventi, ma
che lo rende cooperatore della grazia e co-protagonista della storia della
salvezza. Il Segno che Dio dona per tutti i tempi e per tutte le persone è
Cristo morto e risorto, segno estremo dell’Amore sino alla fine, ogni altro
segno prende luce dall’irradiazione di questo immenso dono.