In quel tempo, Gesù disse ai suoi
discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e
nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare
e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò
che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire
su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste
cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri
cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e
che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti
esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la
terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a
tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
Ger 33,14-16
Sal 24 1Ts 3,12-4,2 Lc 21,25-28.34-36
Ci sono attese che sfiancano, che svuotano e
riempiono d’ansia… Ma ci sono anche attese che accrescono il cuore e lo
dilatano e più si fanno attendere più ci colmano di tenerezza e di un senso di
misteriosa presenza. Per noi, un esempio di quest’attesa è stato «l’avvento»
del nostro figlio maggiore che ha coinciso con l’avvento liturgico. Attenderlo
è stato una lezione immensa su come vivere questo tempo. Ogni giorno che
passava nell’attesa, invece di logorare il cuore lo risanava; invece di
incupire lo sguardo lo acuiva; invece di stancare il desiderio lo rinfrancava. Perché?
perché lui non era assente, era presente e mancava solo che vedessimo il suo
volto… E così è Gesù. È il Presente per eccellenza. E noi attendiamo che
squarci i veli del tempo per far brillare i nostri occhi e far palpitare più
forte il nostro cuore alla sua manifestazione. Vieni Signore!