In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.
Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

Dn 6,12-28   Dn 3   Lc 21,20-28


«Gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra». Questo versetto mostra l’attualità del genere letterario apocalittico, diffuso nel giudaismo precedente e contemporaneo a Gesù. Si parla del futuro per illuminare il presente, e così il testo parla anche al nostro presente. Siamo presi da tante fobie che ci fanno morire mille volte. Non parlo solo della paura degli attentati terroristici che stanno paralizzando città intere. Parlo anche della paura “ordinaria” che spesso incatena le nostre vite dinanzi a scelte importanti da fare, legami nocivi da spezzare o scuse da chiedere. La paura è una brutta bestia e – per riecheggiare Roosevelt – a volte è bene accorgersi che l’unica cosa da cui aver paura è la paura stessa. Da credenti – e così ci assicura il vangelo di oggi – dobbiamo sapere che l’epilogo della storia non è il caos, ma l’armonia della vita in Dio.