In quel tempo, uno dei commensali, avendo
udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!».
Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena
e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli
invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a
scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti
prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a
provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e
perciò non posso venire”.
Al suo ritorno il servo riferì tutto questo
al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci
subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli
storpi, i ciechi e gli zoppi”.
Il servo disse: “Signore, è stato fatto
come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo:
“Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia
casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati
gusterà la mia cena”».
Rm 12,5-16
Sal 130 Lc 14,15-24
«…Ti amo. Ed è per me un’esigenza d'amore il
donarmi, il rimettermi nelle tue mani, senza misura, con confidenza infinita,
perché sei il Padre mio». Così scriveva il convertito Charles de Foucauld
intuendo l’essenza intima dell’amore. Chi ama si dona. Quanto più allora chi è
l’Amore in se stesso? Il Regno di Dio ci è donato con una “necessità” che è la
libertà stessa di Dio perché nell’amore libertà e necessità e coincidono. Questa
necessità si esprime con una parola impegnativa che Gesù usa nella parabola: «Costringili
ad entrare». Ecco, l’iperbole di Gesù esprime proprio l’urgenza del suo Amore,
quell’Amore che non costringe mai, ma sta alla porta e bussa. Apriamo?