In quel tempo, Gesù disse ai suoi
discepoli:
«Metteranno le mani su di voi e vi
perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi
davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di
dare testimonianza.
Mettetevi dunque in mente di non preparare
prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri
avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai
fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati
da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà
perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la
vostra vita».
Dn 5,1-6.13-14.16-17.23-28 Dn 3
Lc 21,12-19
Mi è venuto spontaneo, leggendo questo
vangelo, pensare che i tempi di cui parla Gesù non si limitano a un periodo
preciso, ma si estendono dai suoi tempi ai nostri, a quelli futuri. Sono tempi
che vanno da «i cristiani ai leoni!» a oggi, dove il governo cinese abbatte le
chiese e le croci, l’isis bombarda i villaggi cristiani e trasforma le chiese
in stalle, giungendo alla persecuzione “civile” di tutti i simboli cristiani –
la croce, Adeste fideles, ecc. – di un’Europa che odia la sua anima. E a
proposito di odiare la propria anima, non posso che ricordare le parole della Lettera
a Diogneto: «La carne odia l’anima e la combatte pur non avendo ricevuto
ingiuria, perché impedisce di prendersi dei piaceri; il mondo che pur non ha
avuto ingiustizia dai cristiani li odia perché si oppongono ai piaceri». L’unica
cosa che correggerei nella citazione è la parola «piaceri», al suo posto è più
adeguato parlare di «nulla», un maledetto e vuoto nulla…