In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva
alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano
passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi
nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e
pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
Seduto di fronte al tesoro, osservava come
la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una
vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli,
disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel
tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro
superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva,
tutto quanto aveva per vivere».
1Re 17,10-16 Sal 145
Eb 9,24-28 Mc 12,38-44
Gesù è un attento osservatore. Il vangelo di
oggi ne è la prova. Egli non si ferma alle apparenze e non applica giudizi
sommari. Sa vedere il vuoto dietro le pie passarelle degli scribi e sa vedere
la grandezza del dono dietro la piccola donazione della vedova. Maturare spiritualmente
è ricordarsi di questo sguardo, farne la misura delle proprie azioni, ricordandoci
– con Francesco d’Assisi – che «ognuno è quello che è agli occhi di Dio, e
niente più!», ma anche niente di meno.