In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e,
mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del
popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa
autorità?».
Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una
sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio
questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?».
Essi discutevano fra loro dicendo: «Se
diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se
diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano
Giovanni un profeta».
Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo
sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità
faccio queste cose».
Nm 24,2-7.15-17 Sal 24
Mt 21,23-27
Lo sguardo acuto sulla realtà e la capacità di
un giudizio retto vengono da un’opera di onestà interiore che diventa un habitus
dell’anima. Chi è onesto con se stesso a giorni alterni fa fatica a vederci
chiaro nelle situazioni. Un’altra regola fondamentale del discernimento è la
consistenza e la coerenza. Più sei onesto con te stesso, più accresci la tua
capacità di intuire la tua strada. Gesù mette i suoi interlocutori davanti a
domande pertinenti alla loro storia, ma che loro non si pongono. Tuttavia, solo
rispondendo a queste domande potrebbero capire la natura della missione di
Gesù. Lo stesso vale per noi: è nel riconoscere i nostri «battisti» che
impariamo a riconoscere la via e la presenza del Signore.