«Chi può narrare
la sua nascita?»
Partiamo da un fatto:
la data precisa della nascita di Gesù ci è ignota. Nei vangeli non abbiamo
nessuna indicazione del giorno preciso. I dati storici su una datazione del
natale risalgono ad autori successivi all’epoca apostolica. Presento qui alcuni
risultati della ricerca di Raymond Winling sul Natale, pubblicata dalla
Queriniana con il titolo Natale e il mistero dell’incarnazione:
Clemente d’Alessandria
menziona alcuni calcoli approssimativi fatti da gruppi cristiani che offrono
date varie. Per alcuni la nascita di Gesù sarebbe avvenuto tra il 19 e il 20
aprile, per altri il 20 maggio. Egli riferisce anche che per i discepoli di
Basilide la data del battesimo di Gesù, nonché la data della sua nascita, era
il 6 gennaio.
Un altro autore
antico, Giuliano l’Africano (prima del 221) designa il 25 marzo, giorno dell’annunciazione
e della morte di Cristo. Per questo motivo la nascita di Gesù doveva essere
intorno alla fine di dicembre.
Un altro testo,
il computo pasquale del 242 afferma che Gesù è nato il 28 marzo, il giorno in
cui è stato creato il sole, stando a calcoli basati su una considerazione
letterale della Bibbia (e precisamente di Genesi).
Sta di fatto che
la testimonianza più antica che fissa la nascita di Gesù il giorno 25 dicembre è
presente nel Chronographus redatto da Filocalo nel 354.
Ipotesi sul
perché dell’adozione del 25 dicembre
Dai dati elencati
sopra, si evidenzia che la data del 25 dicembre non era né una data antica
(almeno, non possediamo al momento documentazione antica che la attesti) né una
data che raccordava i consensi. La scelta della data del 25 dicembre è
giustificata da alcune ipotesi tra le quali menzioniamo:
- la tesi più
debole che sostiene che Gesù fu concepito e fu crocifisso il 25 marzo che fa logicamente
risalire, come detto prima, la nascita di Gesù al 25 dicembre circa.
- la tesi più
verosimile, sostenuta da diversi storici e studiosi, afferma che la Chiesa
di Roma ha opposto alla festa pagana del Natalis solis invicti del 25
dicembre, la festa della vera Luce del mondo, Gesù Cristo. Il sol invictus
festeggiato dai pagani è ombra e simbolo del vero Sole invincibile e invitto
Gesù Cristo. A sostegno di questa tesi, abbiamo ad esempio un rimprovero di Papa
Leone Magno ai cristiani. Nella sua
omelia XXVII del 25 dicembre, il Papa, dopo aver parlato dei costumi idolatri dei pagani, si
rivolge ai cristiani rimproverando ad alcuni di loro l’abitudine idolatra e
superstiziosa di guardare il sole nascente e di inchinarsi in onore del disco
luminoso prima di entrare nella basilica.
Diffusione
della festa
La festa della
nascita di Cristo inizia ad essere celebrata a Roma verso il 360. In essa
venivano celebrati insieme due misteri della vita di Gesù: la nascita e la
manifestazione ai Magi (e il ricordo della strage dei bambini per mani di
Erode). La celebrazione si diffonde rapidamente verso nord. Così verso le fine
del IV secolo abbiamo una prima menzione da Filastro di Brescia. In Spagna
abbiamo una prima testimonianza risalente al 380.
La festa arriva
con difficoltà in Oriente dove si preferiva celebrare la nascita di Cristo il 6
gennaio anche se abbiamo alcune grandi chiese che adottano la data del 25 dicembre
in tempi vicini a quelli romani. Così ad esempio Gregorio di Nazianzo introduce
la celebrazione del 25 dicembre a Costantinopoli nel 379 o, al massimo, 380
(cf. Orazione 38,3; 39,4).
Anche la Chiesa
di Antiochia introduce la festa verso gli anni ottanta del IV secolo come
possiamo raccogliere epurare da un’omelia del Crisostomo pronunciata verosimilmente
il 25 dicembre 386. La Chiesa d’Egitto adotterà la festa verso il 430. Mentre
la Chiesa di Gerusalemme resisterà a questa data fino a metà del V secolo e con
non poche esitazioni fino al 570, dove sotto il regno di Giustiniano I ci sarà
conformità nella data di celebrazione del Natale tra la Chiesa d’Oriente e la
Chiesta d’Occidente, ad eccezione della Chiesa di Armenia che manterrà la
celebrazione della nascita di Gesù il 6 gennaio.
*
Questo cenno
storico è solo una parte dell’interessante monografia di Winling che si
sviluppa, oltre la prima parte storica che esamina la datazione del Natale e
dell’Epifania, in altre sette unità:
- I dati della
Scrittura a proposito della nascita di Gesù.
- I dati della
lettura apocrifa e del Corano.
- Il dibattito
dogmatico preniceno.
- Le grandi crisi
cristologiche del IV e V secolo.
- Aspetti
salvifici del mistero dell’incarnazione.
- Questioni antiche
e nuove di spiritualità e di teologia dell’incarnazione.
- Testi poetici
dedicati al Verbo incarnato.