In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio,
presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo
di lui
e senza di lui nulla è stato
fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli
uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno
vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla
luce,
perché tutti credessero per
mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza
alla luce.
Veniva nel mondo la luce
vera,
quella che illumina ogni
uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per
mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha
riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno
accolto.
A quanti però lo hanno
accolto
ha dato potere di diventare
figli di Dio:
a quelli che credono nel suo
nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati
generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a
noi;
e noi abbiamo contemplato la
sua gloria,
gloria come del Figlio
unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza
e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per
mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero
per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è
Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.
Sir
24,1-4.12-16 Sal 147 Ef 1,3-6.15-18 Gv 1,1-18
«Era nel mondo e il mondo è
stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto».
Terribile verità che associa riconoscimento e riconoscenza. I due gesti vanno
di pari passo: intuizione e gratitudine. Assieme al mondo che non riconosce,
infatti, ci sono i suoi che non lo accolgono. Lui è il più-che-essenziale che
non si vede se non con il cuore innamorato che si lascia rapire dalla grandezza
del Verbo che si fa carne, si fa piccolo: «e noi abbiamo contemplato la sua
gloria». L’essenziale è invisibile alla mente, ci vuole cuore per coglierlo e
accoglierlo. Chi ama vede, chi ama crede.