Gesù
entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si
radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta;
ed egli annunciava loro la Parola.
Si
recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non
potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto
nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui
era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico:
«Figlio, ti sono perdonati i peccati».
Erano
seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così?
Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù,
conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché
pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico
“Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e
cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di
perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati,
prendi la tua barella e va’ a casa tua».
Quello
si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e
tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla
di simile!».
1Sam
8,4-7.10-22 Sal 88 Mc 2,1-12
Come
nel resto dei vangeli, anche qui Gesù non dice direttamente di essere Dio. Una
dichiarazione così, in effetti, risulterebbe troppo plateale. Eppure, come nel
resto dei vangeli, tutte le allusioni implicite portano a questa conclusione. «Chi
può perdonare i peccati, se non Dio solo?». Appunto!! Oggi come ieri, alla
divinità di Gesù non ci si rapporta col sapere, ma col riconoscimento. Non con
i proclami, ma con il silenzio di un cuore che serba. È quando gli occhi del
cuore effettuano l’atto intuitivo fondamentale della presenza di Dio nelle
pieghe dell’umile umanità radiosa del Nazareno. In questo vangelo c’è un
paralitico che riceve il perdono e la guarigione, ma ci sono tanti paralitici
sul letto dei propri schemi su Dio… schemi che schermano la loro capacità di
meravigliarsi dinanzi al dono del Padre in Cristo. Socrate diceva:
«Meravigliarsi è il proprio del filosofo». Ma è ancor più vero che
«meravigliarsi è il proprio del credente».