In
quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno.
Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli
dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
Gesù
disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è
con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno
giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno.
Nessuno
cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo
nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E
nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri,
e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».
1Sam
15,16-23 Sal 49 Mc 2,18-22
Il
fidanzamento è il tempo in cui si lima l’io per far spazio al tu dell’altro.
Per alcuni Padri della Chiesa, la vita terrena di Gesù era come un tempo di
fidanzamento in cui Gesù preparava i suoi seguaci alle nozze della croce. Nel
nostro caso, la nostra stessa vita è uno spazio di preparazione all’unione
completa con il Cristo. Siamo invitati a vivere ciò che Ruusbroec chiama
«l’ornamento delle nozze divine». E come la sposa che prepara il suo arredo e
si prepara a vivere la comunione nuziale scavando nel proprio cuore lo spazio
all’amato, così noi siamo chiamati a rinnovarci per accogliere l’autodonazione di
Cristo. «Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando
il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è
buono, a lui gradito e perfetto» (Rm 12,2).