In
quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di
Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla
sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era
di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle
folle dalla barca.
Quando
ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre
reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e
non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e
presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora
fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi
vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al
vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore,
allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso
lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure
Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a
Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E,
tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Is 6,1-2.3-8
Sal 137 1Cor 15,1-11 Lc 5,1-11
Due immagini
devono caratterizzare la coscienza di ogni vero apostolo di Cristo: l’immagine
dei vasi di creta e quella dell’essere ambasciatori di Cristo e come se Cristo
stesso predicasse per le nostre labbra. L’una non è dissociabile dall’altra,
perché proprio il fare verità e il rendersi conto che siamo bisognosi della sua
salvezza, ci rende canali adeguati per portarla. Perché, in fin dei conti,
ognuno di noi porterà frutto testimoniando l’unzione e il tocco particolare di
quel Carbone ardente – fatto di Parola e di Pane Vivo – che ha bruciato
l’impurità del suo labbro e ha infiammato e divinizzato i desideri del suo
cuore.