In
quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando,
non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di
parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose
avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi
dunque pregate così:
Padre
nostro che sei nei cieli,
sia
santificato il tuo nome,
venga
il tuo regno,
sia
fatta la tua volontà ,
come
in cielo così in terra.
Dacci
oggi il nostro pane quotidiano,
e
rimetti a noi i nostri debiti
come
anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e
non abbandonarci alla tentazione,
ma
liberaci dal male.
Se
voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli
perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre
vostro perdonerà le vostre colpe».
Is
55,10-11 Sal 33 Mt 6,7-15
Il
Maestro ci insegna che preghiamo, non per convincere Dio, ma per lasciar
vincere la Gloria di Dio in noi. Dio non ha bisogno di essere persuaso di
esaudirci, siamo noi che abbiamo bisogno di capire che tutto ciò che è al di
sotto di Lui è insufficiente, e che fare la sua volontà è entrare nella logica
del suo perdono che ci disarma delle nostri ragioni per abbracciare la follia,
l'unico Logos che nella nudità della croce ci riveste della dignità di figli
del "Padre nostro".