In quel tempo, disse Gesù ai suoi
discepoli:
«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di
voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché
invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo
vi odia.
Ricordatevi della parola che io vi ho
detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me,
perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche
la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non
conoscono colui che mi ha mandato».
At 16,1-10
Sal 99 Gv 15,18-21
Il «mondo», ovvero la mondanità, odia Gesù,
perché Gesù esige che siamo vivi pienamente, vivi davvero. La sua parola
disturba la quiete della morte. Il mondano si accontenta della sembianza di
vita fatta di agitazione e chiasso. Basta vedere come una salsicciata parrocchiale
attira solitamente 100 volte tanto le persone che rispondono all’invito di un
momento di adorazione, un momento in cui la nostra vita è posta dinanzi alla
Vita. D’altronde, «vivere – scriveva Oscar Wilde – è la cosa più rara al mondo.
La maggior parte della gente esiste e nulla più».