In
quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]
«Non
prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la
loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io
in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
E
la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa
come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti
nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai
amato me.
Padre,
voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché
contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima
della creazione del mondo.
Padre
giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno
conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo
farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in
loro».
At
22,30;23,6-11 Sal 15 Gv 17,20-26
La conoscenza
secondo Gesù non è semplicemente un esercizio mentale, ma è un’immersione
esistenziale. Nell’atto di conoscere tutto l’essere è coinvolto. Per questo, in
fin dei conti, solo chi ama conosce veramente. Questo ha degli echi enormi sul
nostro approccio a Dio e agli altri. Soltanto amandolo conosciamo Dio e soltanto
amandoli conosciamo gli altri. In particolare, poi, non ci deve sfuggire:
quando ci sforziamo di conoscere Dio, è questo che dobbiamo conoscere e
riconoscere: che ci ha amati per primo e ci ha amati quanto l’Unigenito stesso!
«Li hai amati come hai amato me».