In
quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un
poco ancora e mi vedrete».
Allora
alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un
poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al
Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non
comprendiamo quello che vuol dire».
Gesù
capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho
detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in
verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi
sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».
At
18,1-8 Sal 97 Gv 16,16-20
Un
buco nero è un campo gravitazionale potentissimo che non lascia sfuggire
niente, neppure la luce, la quale è assorbita e, di fatto, spenta. I nostri
momenti neri hanno una funzione simile. Spengono i nostri entusiasmi,
propositi, conquiste, memorie positive, risurrezioni... Ai buchi neri non so se
c'è un rimedio. Ai momento neri ci sono almeno due: il ricordo e la speranza.
Con il ricordo attingiamo luce dall'opera che il Signore ha già fatto nella
nostra vita. Con la speranza, siamo rafforzati e illuminati dalla Sua parola,
dalla promessa che la nostra tristezza si muterà un gioia. Gesù confido nella
tua parola.