In
quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una
città di Giuda.
Entrata
nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il
saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta
fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne
e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio
Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il
bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto
nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora
Maria disse:
«L’anima
mia magnifica il Signore
e
il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché
ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora
in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi
cose ha fatto per me l’Onnipotente
e
Santo è il suo nome;
di
generazione in generazione la sua misericordia
per
quelli che lo temono.
Ha
spiegato la potenza del suo braccio,
ha
disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha
rovesciato i potenti dai troni,
ha
innalzato gli umili;
ha
ricolmato di beni gli affamati,
ha
rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha
soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi
della sua misericordia,
come
aveva detto ai nostri padri,
per
Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria
rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Sof
3,14-18 Is 12 Lc 1,39-56
Cosa
desidera il cuore sterile al leggere questo vangelo se non una tua visita sollecita
o fanciulla di Nazaret? Tu tabernacolo vivo che custodisce il Custode di
Israele, vieni a far sussultare le viscere con l’amore del Dio incarnato. Vieni
perché la fede invecchiata ha bisogno di essere sorpresa dalla gioia. Vieni
perché il coraggio e il canto della tua giovinezza è alimento alla speranza quando
è lungo il silenzio dell’attesa.
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