In
quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco,
avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle
onde; ma egli dormiva.
Allora
si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo
perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi
si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.
Tutti,
pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare
gli obbediscono?».
Am
3,1-8;4,11-12 Sal 5 Mt 8,23-27
Se non
si sentono le onde è probabile che non ci si è proprio imbarcati. A volte ci
sentiamo abbandonati dal Signore oppure lontani da Dio perché la nostra barca è
sballottata dal vento. Questo vangelo è una prova “incarnata” che queste
conclusioni sono infondate; ci insegna che la cosa che più importa è non
perdere di vista Colui che dimora al centro del nostro essere. E non basta,
poi, riconoscerlo come esistente o addirittura come presente, ma bisogna saper
rispondere a questa domanda: «Chi è mai costui?».