L’uomo avanza nella vita grazie a una diversità di desideri che la storia decanta (Sir 15,16). Con la sua parola, Dio illumina le coscienze per orientare le scelte (Dt 30,15-20), ma lascia l’uomo libero, perché i suoi difetti lo aiutano a conoscersi (Gen 3,10-11; Eb 5,7-10).
Ogni vivente ha dei bisogni che condizionano
la sua sopravvivenza, ma l’uomo è anche consapevole dei propri limiti e della
precarietà della sua vita (Sal 90,9-10); così è soggetto a tutti i tipi di
paure e di conseguenza ha desideri spesso contraddittori. Ciò si traduce in una
situazione di instabilità, che può inscriversi in circostanze diverse che gli
impongono di vivere nel presente: «C’è un tempo per nascere e un tempo per
morire…» (Qo 3,1-8). Si consiglia di non rifiutare la felicità sorta da un
desiderio legittimo (Sir 14,14), ma ciò può essere a prezzo di una missione
superiore (cf. 2Mac 14,23-25).
L’assenza di desiderio indica una sensibilità morta,
uno scompenso in rapporto al reale (Lc 7,33); in senso inverso, l’instabilità
creata dai desideri è ben illustrata dagli eccessi che sono i sette peccati
capitali (cf. 1Gv 2,16; Gv 1,14-15) e più in generale dall’idolatria in tutte
le sue forme. Il mondo è seducente, ma è il regno menzognero di Satana, perché
le sue opere devono restare nascoste (Lc 2,34-35; Gv 3,19-20).
…
Quando Dio proibisce ad Adamo di cibarsi del
frutto dell’albero (Gen 2,16-17), egli previene un desiderio assoluto ma allo
stesso tempo lo rivela, come risulta dal discorso del serpente a Eva (Gen 3,6);
ma dopo la caduta, il desiderio di Eva diventa una voglia ossessiva che la lega
al marito (Gen 3,16). Il Decalogo proibisce di desiderare i beni del prossimo
(Es 20,17), ma Paolo precisa che questa parola stimola ogni sorta di desideri
(Rm 7,7-8); il desiderio incontrollato della carne porta alla morte (Rm 8,6).
Tuttavia, quando Paolo si vede debole, è proprio allora che è forte (2Cor
12,7-10) perché lo Spirito può «crocifiggere la carne con le sue passioni e i
suoi desideri» (Gal 5,24). In effetti, esiste una potenza che permette di
gerarchizzare i desideri: spinto dallo Spirito nel deserto, Gesù è tentato di
dominare tutto, come era successo ad Adamo (Mt 4,1-11): dominare le cose, governare
gli uomini, mostrarsi nella gloria. Ma il suo legame con il Padre è più forte,
ed egli ne esce con un’autorità nuova (Mt 7,28-29). La benedizione di Dio ad
Abramo corrisponde ai suoi desideri (Gen 12,1-3), mentre la sua realtà di
emigrato povero e senza figli lo mette duramente alla prova.
Il desiderio umano di assoluto (Sal 73,25-26)
si realizza con gioia nella parola di Dio (Dt 6,4-7; Sal 119); il desiderio di
Dio è beatitudine (Sal 1,1-2). L’uomo si sente visitato nella sua specifica
condizione (Dt 30,11-14), e si colloca al suo posto con gli altri nella
creazione, come è espresso nell’invocazione al plurale «Padre nostro» (Mt 6,9).
Il Cantico dei cantici celebra il desiderio
mai sopito di un uomo e di una donna: il desiderio, elevato così al grado di
amore, diventa una metafora per il reciproco desiderio di Dio e dell’uomo o del
suo popolo (Ct 3,1-4). Per l’uomo è il fondamento della preghiera, che si
esprime volentieri con paragoni presi dalla vita ordinaria: «Come la cerva
anela all’acqua viva, così l’anima mia anela a te, o Dio» (Sal 42,2; 84,2; cf.
123,2; 130,6). I profeti appoggiano promesse o minacce sulle aspirazioni
ordinarie di piantare, costruire, sposarsi (Is 65,20; Am 5,11; 9,14; cf. Dt
20,5-7; 28,30).
L’Apocalisse invita l’uomo che lo desidera ad
ascoltare (Ap 22,17). Gesù è animato, non senza angoscia, dal desiderio che
venga il Regno (Lc 12,49-50), ma è insieme il desiderio del Figlio teso verso
il Padre (Gv 17,21): il suo desiderio è quello di mangiare la sua ultima Pasqua
con i suoi discepoli (Lc 22,15-16). Egli realizza perfettamente il duplice
comandamento dell’amore di Dio e del prossimo (cf. Ap 3,20). Allo stesso modo,
Paolo vuole che con lui «tutti siano nell’amore di Cristo» (Fil 1,8), e ciò è
in parallelo al suo desiderio personale di dimorare in Cristo (2Cor 5,8).
*
Questa voce è tratta dal libro di Étienne
Nodet, Il Libro dei libri. Le grandi domande e i grandi temi della Bibbia,
tradotto da EDB. Il titolo
originale francese L’Odyssée de la Bible. Études
et thèmes.
Il libro, nell’edizione italiana, consta di
922 pagine e raccoglie oltre 700 sotto-temi biblici preceduti da
un’introduzione alla Bibbia che sviluppa queste tematiche: Composizione e
canoni attuali della Bibbia ebraica e del Nuovo Testamento; un’analisi delle
Scritture ebraiche e dei testi attigui come quelli di Qumran, i testi del
giudaismo rabbinico; le varie versioni (i cosiddetti canone palestinese e
canone alessandrino); il Nuovo Testamento; analisi del giudaismo ai tempi del
sorgere delle Scritture cristiane; Formazione dei Vangeli e degli Atti; interpretazione
ed ermeneutica delle Scritture nel cristianesimo; i vari sensi delle Scritture.