In
quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non
giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale
giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà
misurato a voi.
Perché
guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della
trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la
pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli
prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza
dall’occhio del tuo fratello».
2Re
17,5-8.13-15.18 Sal 59 Mt 7,1-5
Se
ci avessi chiesto un rene, Signore, sarebbe stato facile. Come non giudicare? E
come non esercitare la tanto naturale compassione verso noi stessi e
l’altrettanto naturale “oggettività” verso gli altri? Eppure tu sei un
sognatore, credi nell’uomo, ci vuoi simili a te che non solo sei capace di
metterti nei panni dell’altro, ma che hai anche assunto la nostra carne e ciò
che in noi era da giudicare per giustificarci. Sei «diventato peccato» per
liberarci dal peccato. Che dire?! Grazie Signore. Donaci la forza di imitarti.