In
quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando,
non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di
parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose
avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi
dunque pregate così:
Padre
nostro che sei nei cieli,
sia
santificato il tuo nome,
venga
il tuo regno,
sia
fatta la tua volontà,
come
in cielo così in terra.
Dacci
oggi il nostro pane quotidiano,
e
rimetti a noi i nostri debiti
come
anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e
non abbandonarci alla tentazione,
ma
liberaci dal male.
Se
voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei
cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il
Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
Sir
48,1-14 Sal 96 Mt 6,7-15
Quando
pensiamo alla preghiera, non di rado la pensiamo in termini di abbassare Dio
fino a esaudire le nostre richieste. Gesù, invece, ci insegna che la preghiera
è elevarci verso la grandezza di Dio. È, per certi versi, pensare in grande e
mirare alto, Altissimo. L’ha intuita la giovane Teresa del Bambino Gesù che
parla della preghiera così: «Per me la preghiera è uno slancio del cuore, un
semplice sguardo gettato verso il cielo, un grido di gratitudine e d’amore,
nella prova come nella gioia, insomma, è qualche cosa di grande, di
soprannaturale, che mi dilata l’anima e mi unisce a Gesù».