In
quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Ecco:
io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti
e semplici come le colombe.
Guardatevi
dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle
loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per
dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non
preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora
ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del
Padre vostro che parla in voi.
Il
fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno
ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio
nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.
Quando
sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico:
non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio
dell’uomo».
Os
14,2-10 Sal 50 Mt 10,16-23
Sento
dire alcuni che solo chi conosce il peccato e sperimenta il male lo capisce. In
realtà, solo chi è puro di cuore capisce la realtà del peccato. Chi fa il
peccato è abbagliato e ammaliato dal suo inganno. Solo chi fa il bene capisce
cos’è il male e quanto fa male. Chi invece fa il male viene lentamente assuefatto alla
sua cattiveria e si affeziona alla sua cattività. L’appello del Signore ai suoi
discepoli ad essere «prudenti come i serpenti e semplici come le colombe» ci fa
vivere nell’equilibrio di saper chiamare il male con il suo nome, ma non
lasciarsi penetrare dal suo inganno. È un’opera difficile, ma, se rimaniamo
trasparenti e aperti a Lui, davanti al tribunale della quotidianità, lo Spirito ci
guiderà a scegliere sempre la Luce.