La cristologia costituisce il cuore pulsante
di tutta la teologia cristiana. Tutti gli altri elementi della dogmatica si
radicano e si illuminano alla luce di Cristo. Anche il fondamento trinitario
risulta come uno dei misteri del Cristo perché è grazie a Gesù Cristo che
accediamo alla manifestazione – per certo non deducibile – della triunità di
Dio. Hans Kessler evidenzia giustamente che «la cristologia è il tema centrale
e il cardine della teologia cristiana, la chiave di tutti gli altri temi
teologici» (13).
La Cristologia di Hans Kessler prende avvio da un’esposizione delle «attese di salvezza presenti
nell’ebraismo precedente e contemporaneo a Gesù: queste costituiscono il croyable
disponible, cioè il quadro di riferimento interpretativo a disposizione dei
discepoli quando costoro si trovarono di fronte alla persona di Gesù» (10).
Sulla base dell’Antico Testamento - «che non è
solo la preistoria preparatoria di Gesù, ma una sua condizione intrinseca» - e
alla luce di queste attese, il volume sviluppa il progressivo dipanarsi
dell’enigma della persona di Gesù, un enigma che trova il suo culmine nel
mistero pasquale di morte e risurrezione.
Uno dei pregi del volume di Kessler è la
pazienza e l’ampiezza della parte scritturistica (si tratta di un terzo circa
del volume). Questa parte è poi seguita dalla riflessione storica che vede già
dal suo inizio lo sviluppo di due grandi orizzonti interpretativi: quello
storico salvifico, noto come la tradizione antiochena, radicato nella
tradizione semitico-ebraica; e quello ellenistico che legge e incultura la
cristologia nelle categorie della filosofia greca.
Cristologia e soteriologia
Un altro pregio è il coraggio speculativo che non
si concentra soltanto nella parte sistematica, ma che accompagna anche tutto il
percorso ricostruttivo della cristologia. Di grande spessore è, infatti, la
continua attenzione a non disgiungere cristologia dalla soteriologia.
Kessler nota che le cristologie
neotestamentarie e quelle del I secolo erano cristologie soteriologiche. Le
cristologie successive hanno assunto una focalizzazione ontologica. Si
precedette così sempre più a separare la cristologia (dottrina sulla persona e
sul “soggetto” Gesù) dalla soteriologia (dottrina dell’opera e della funzione
redentrice “oggettiva” di Cristo).
Questa separazione ha impoverito entrambe le dimensioni.
Così la cristologia è stata ridotta alla considerazione del rapporto tra
divinità e umanità, mentre la soteriologia è stata ridotta alla visione
parziale di una redenzione come espiazione dei peccati.
In realtà, «è proprio la peculiarità della
persona e della storia di Gesù a costituire la base del suo significato
soteriologico e a renderlo possibile. Nella persona e storia stessa di Gesù è
insito un significato soteriologico. Appunto mediante il suo essere relazionale
e creante relazioni (il dato cristologico fondamentale) Gesù è il redentore e
la redenzione “oggettiva”, mentre la redenzione “soggettiva” consiste nell’inserimento
nel suo essere e nella sua partecipazione ad esso. La cristologia è quindi in
se stessa il luogo della soteriologia» (185).