In
quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si
avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro
dicendo:
«Beati
i poveri in spirito,
perché
di essi è il regno dei cieli.
Beati
quelli che sono nel pianto,
perché
saranno consolati.
Beati
i miti,
perché
avranno in eredità la terra.
Beati
quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché
saranno saziati.
Beati
i misericordiosi,
perché
troveranno misericordia.
Beati
i puri di cuore,
perché
vedranno Dio.
Beati
gli operatori di pace,
perché
saranno chiamati figli di Dio.
Beati
i perseguitati per la giustizia,
perché
di essi è il regno dei cieli.
Beati
voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta
di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è
la vostra ricompensa nei cieli».
Ap
7,2-4.9-14 Sal 23 1Gv 3,1-3
Mt 5,1-12
Cosa
significa essere santi oggi? Ce lo dice la pagina intramontabile delle
beatitudini. Significa riconoscere il proprio bisogno inestinguibile di Dio,
abbracciare la mitezza del Nazareno, non avere paura di mostrare le proprie
lacrime, non tradire la propria sete di Infinito, avere in sé la commozione
materna di Dio, non accettare amori che non profumano di donazione totale,
saper dare fondamento alla Pace vera, anche a costo di essere rifiutati da
pacifisti low cost e da bellicosi. Essere santi, oggi come ieri, significa
essere vivi e osar nuotare contro corrente verso la Sorgente.