In
quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è
risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto:
“Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello
prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque
sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la
prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare
figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di
chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù
rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma
quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai
morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché
sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di
Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del
roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di
Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato
bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.
Ap 11,4-12 Sal 144
Lc 20,27-40
Tra i sadducei che non credevano nella vita eterna e i
farisei che credevano che la vita eterna fosse una specie di replay dell’attuale
vita, Gesù manifesta che se questa vita è un cammino verso Dio, la vita eterna
è un cammino in Dio. Se la vita presente siamo chiamati a cercare Dio in tutte
le cose, nella vita eterna troveremo tutto in Dio. Lì ci sarà un solo
matrimonio, eterno, infinito: le nozze dell’Agnello e noi come Chiesa sposa,
con lo Spirito, in attesa di quel giorno diciamo: «Vieni».