In quel tempo, mentre Gesù
andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio
davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in
eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è
buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non
commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora
tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse:
«Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora
Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca:
va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e
vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò
rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù,
volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per
quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano
sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è
difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la
cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più
stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli
in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è
possibile a Dio».
Sir
17,20-28 Sal 31 Mc 10,17-27
«Gesù fissò
lo sguardo su di lui, lo amò». Se il giovane ricco avesse colto quello sguardo
e l’amore di cui era carico, la richiesta della rinuncia e della sequela non
sarebbero suonate per lui come una rinuncia, ma come un guadagno. Il cuore del
Vangelo è lo sguardo d’amore di Cristo. La felicità è scoprire questo sguardo. La
vita eterna è vivere alla luce di questo sguardo e ricambiarlo. Nessuno è
escluso da questo privilegio perché il Signore stesso ti dice: «Con gli occhi
su di te, ti darò consiglio» (Sal 31).*
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